Nota di lettura a "Nuova canzone felice" di Marco Melillo
Nella Nuova canzone felice di Marco Melillo (Marco Saya Edizioni 2021) il canto si fa tensione al cielo e si dispera, sperando oltre ogni ragionevole speranza. C’è tanta filosofia insieme a bella poesia in questa raccolta che canta la morte e la vita in quattro sezioni.
Nella prima sezione del libro, Mediterraneo, sono condensate quelle che potremmo definire tematiche di fondo: il mare, i giardini, le piante, gli animali e l’uomo che si trova in mezzo ad essi non come regnante dispotico, ma compagno, curatore del mondo, gestore di un tesoro immenso. Questa ambientazione si intreccia ad altre liriche sui migranti e sui morti in mare ammazzati o lasciati morire. Visioni che contrastano con le splendide primavere che si affacciano su un mondo reso inospitale dalla prepotenza di alcuni pochi sui tanti.
Nella seconda sezione, Disperanza, la poesia viene chiamata «moneta inutile» capace di delineare un mondo, uno spazio abitato da persone di vario tipo: dall’eroinomane agli uomini chiusi in casa per la pandemia paragonati ai topi; dalla pioggia alla vecchiaia umana, dalla poesia alla metapoesia, che poi diventa argomento centrale della terza sezione, Dalle case d’altri, in cui l’autore affronta il tema della sterilità della produzione letteraria contemporanea, finendo per esaltare alcuni autori che Melillo considera suoi maestri sempre vivi, come Whitman, Neruda, Caproni, Pasolini e Montale.
La quarta, ed ultima, sezione, Invisibile mondo, chiude un cerchio iniziato con Mediterraneo al cospetto del mare e della mera osservazione dei fenomeni. Qui la protagonista è l’anima, lo spirito, o meglio il non visibile che emerge dal fondo e si imprime sulla nostra coscienza.
Continuum, primavera
Api in volo come magiche operaie
a piccoli salti suoni d’ambra di una pala
docilmente dimenata nel giardino
lidi vuoti posidonie rinsecchite
che attraversano a brandelli il litorale
scogli chiari melarance vieni qui
e qui pure scopri che non si può mai vedere
tutto fermo se non nella tua sembianza
e senza specchio: solo le parole
che nemmeno tu risparmi e pensi in volo
perché in volo ti vorresti insieme ai frutti
dentro i segni di quest’opera
ma neanche questo è tuo.
Viaggia sopra e accanto
l’orologio tempestoso della terra
con i suoi giorni a scadenza
da che le facciamo guerra.
Circondate amici se potete
il fortunale, non c’è più nessuno
che protegga il mare.
La bambina di Civitella in Val di Chiana
Arrivi un giorno d’estate, i girasoli
affacciati sulla provinciale,
i nuovi ulivi che masticano
le colline, le vigne al giorno scosceso
che brucia feroce il silenzio.
Le piante muovono grida ti pare
dall’alto di rocche sbiadite.
Ma a Civitella si viene per farlo
il silenzio
di una gioventù senza scuse,
senza doverlo stanare.
Il 29 di giugno la vestono con le bandiere
perfino i tedeschi mi dice una vecchia
ci vengono e più di qualcuno – mi dice
non ce li vuole anche dopo
questo muro d’anni in cui tutto
– o quasi tutto viene mescolato al perdono
tacendo un uccello sciacallo.
Pare sia meglio guardar le colline
aspettare non venga nessuno.
È strano arrivino in pochi mi dico,
tra questi anch’io.
Ma forse l’uomo non vive
nel suo tempo esatto.
La sala delle memorie
è una vecchia bambina
che adesso si scioglie le mani
alle tempie rinchiuse
per più non sentire gli spari,
è una conferma al passaggio
campestre d’estate
sullo sguardo aperto.
Marco Melillo (Napoli, 1979), appassionato lettore fin dalla tenera età, ha poi iniziato a scrivere in prosa e poesia. Da amante della letteratura, del cinema e più in generale delle arti e dei fenomeni sociali, ha scritto articoli su questi temi per varie testate senza mai diventare un giornalista. Come autore è presente in alcune antologie nazionali e riviste. Ha vinto il Premio “Iguana – Anna Maria Ortese” per la poesia inedita (2017); finalista del Premio “Poesia a Napoli” (Guida editore, 2018) e pubblicato nella relativa antologia; ha avuto un riconoscimento al “Premio Città di Conza” (2019, sempre per la poesia inedita). Alcuni suoi racconti sono stati pubblicati delle riviste cartacee. Sta lavorando a un testo dal titolo La guerra delle campane dal 2019.
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