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  • Immagine del redattoreElena Verzì

Nota di lettura a "Formulario per la presenza" di Francesca Innocenzi

Francesca Innocenzi pubblica nel 2022 per Edizioni Progetto Cultura un’auto-antologia dal titolo Formulario per la presenza. In quest’opera sono raccolti componimenti inclusi originariamente in altre sillogi pubblicate tra il 2005 e il 2019 e appositamente scelti dalla stessa, con il fine di riunire le liriche che meglio manifestano il percorso esistenziale e poetico affrontato. Benché nella postfazione Innocenzi dica del suo volume che potrebbe «forse disorientare, data la mancanza di un nesso evidente con i testi, che recano anzi, a più riprese, tracce di assenze, lacune e sparizioni», appare chiaro come si delinei l’essenzialità della forma ricercata, di una parola poetica «mai vana», «nota di ferma presenza» pronta a decodificare la vita tra «baratri dell’assenza» e ferite aperte, recidive. L’io poetico si scontra con le divergenze, tenta di superare pene, mutamenti e turbolenze, attraversando la parola «fino ad annientarla». Fuori dalla dimensione temporale «non chiedere parola / ma rimani / in qualunque tempo e forma». La memoria del dolore trasmuta da ostacolo a riscatto, alcuni versi ricordano quelli della poetessa Achmatova che nella poesia Né mistero né dolore dice: «Capivo fin da allora / quanto è angusta questa terra». Innocenzi dà voce alla «frammentazione interna» che abita l’uomo, e porge «le carni a un dolore sedotto / al mondo un’età senza ombra di scampo» e ne fa un solo corpo racchiuso nel Formulario per la presenza con l’intenzione di insegnare a rimanere, a restare, a esserci oltre ogni assenza.



all’alba di un sei luglio


un gatto bianco all’alba di un sei luglio

ci spiava dal giardino di sotto

la sua voce che mi tremava accanto

alludeva a un amore scomposto


portava negli occhi un alone d’autunno

parlava una lingua di spettri di pianto

porgeva le carni a un dolore sedotto

al mondo un’età senza ombra di scampo


a buio svegliarsi e all’alba morire

restava sospeso il tempo della vita

da cinque dita spogliata d’azzurro

di questo vestito velato compianto


un gatto bianco all’alba di un sei luglio

ci fissava dal giardino di sotto

lasciava al nostro sguardo scoperto

nemmeno l’indizio di un tragico scherno


*


non mi assolverai, padre

io non sono mai stata incolpevole

ho una ferita aperta tra le gambe

una piccola ferita potente


che mi rassomiglia di miele e sangue

chiara tuorlo liquame

giallo come la rabbia che mi prende

e fa’ che sia la mia dote di sposa


io che mi immergo sola in melma nera

perché il mio amato è muto per stanotte

abbozzolato in mille carni e una


non mi conforterai, padre

ho una ferita aperta tra le gambe

me la detergo con il pianto ogni sera

fa’ che questo sale mi sia amante

franto come onda in mille forme e una


*


a te, mia ferita

sempre uguale, recidiva

che simuli giochi di sole

a te, che bambina mi tieni

che mi inganni

plastifichi forme, fantasmi

perché del niente mi innamori

e così vanamente ti nutra


a te, ferita che trattieni

questa levità di donna

dico alzati, cammina

impara l’impasto del pane

voci reiette, latrati di cani

percorri i passati universi

e assolvi ogni onta di male

da vacuo amore camuffata


disegna paesaggi di luce

se puoi, trascenditi umana.

trascorri e dilaga in parole

detersa mai vana.



Francesca Innocenzi è nata a Jesi (Ancona). È laureata in lettere classiche e dottore di ricerca in poesia e cultura greca e latina di età tardoantica. Ha pubblicato la raccolta di prose liriche Il viaggio dello scorpione (Il Filo 2005); la raccolta di racconti Un applauso per l’attore (Manni 2007); le sillogi poetiche Giocosamente il nulla (Edizioni Progetto Cultura 2007), Cerimonia del commiato (Edizioni Progetto Cultura 2012), Non chiedere parola (Edizioni Progetto Cultura 2019), Canto del vuoto cavo (Transeuropa 2021); il saggio Il daimon in Giamblico e la demonologia greco-romana (Eum 2011); il romanzo Sole di stagione (Prospettiva 2018). Per Edizioni Progetto Cultura ha diretto collane di poesia e curato alcune pubblicazioni antologiche, tra cui Versi dal silenzio. La poesia dei Rom (2007); L’identità sommersa. Antologia di poeti Rom (2010); Il rifugio dell’aria. Poeti delle Marche (2010). È redattrice del trimestrale di poesia «Il Mangiaparole» e collabora con vari siti letterari. Ha ideato e dirige il Premio letterario Paesaggio interiore.



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