top of page
Facebook Cover Photo.png

Nota di lettura a "Corpo di fondo" di Lucianna Argentino

  • Immagine del redattore: Elena Verzì
    Elena Verzì
  • 5 giorni fa
  • Tempo di lettura: 4 min

Corpo di fondo (peQuod, 2024) è l’ultima raccolta di Lucianna Argentino. Il titolo rimanda subito a qualcosa di complesso e articolato che sedimenta e non si mischia, che ha a che fare con il termine chimico secondo cui il corpo di fondo è una parte di soluto che non si scioglie e si deposita; appare chiaro che nell’opera di Argentino corrisponda alla memoria.

In esergo alla raccolta tre citazioni, dall’autore Gospodinov a Natoli per giungere al Salmo 90 del Vecchio Testamento. Tutti e tre gli eserghi trattengono l’essenza del passato e dell’origine con la speranza che possa essere d’insegnamento. Il quesito di Gospodinov: «Sono vivi coloro che noi siamo stati?» potrebbe sintetizzare gli interrogativi intriseci di Argentino nelle due parti in cui appare divisa la raccolta.

Nella prima parte il focus è serbare la memoria, i ricordi dell'infanzia, esperienze e relazioni familiari che hanno plasmato la crescita dell'autrice e la consapevolezza della fragilità umana attraverso la scoperta del dolore fisico ed emotivo con la morte dei nonni e del padre e il modo mediante cui queste perdite hanno influenzato la percezione del mondo​. Nella seconda parte «la vita poi / (ovvero del passaggio dal passato al presente irregolare)», l’autrice non fa i conti con il passato, non stila un bilancio al lettore, l’obiettivo è cercare l’essenziale dei ricordi. Le coordinate temporali si susseguono secondo una gamma di azioni e relazioni «stiamo esposti al mistero della vita e non c’è gelo o tempesta che ci vinca, né ferita che non sia un passaggio, un farsi canto del tempo se al tempo diamo il nome esatto.»

Argentino per questa sua opera sceglie la prosa come strumento di esplorazione dell’essenziale, nella fluidità di una narrazione che necessita di un respiro più ampio e di «aprirsi dello spazio delle probabilità». Peculiare e comprensibile la decisione di rivolgersi a sé stessa parlando in terza persona, con l’intenzione, probabilmente, di voler separare in qualche modo l’io presente da quello passato, o ancora meglio, sottolineare la sua non completa identificazione; tuttavia Argentino mette d’accordo la sé stessa del passato con l’io attuale nella bellissima chiusa: «La vita s’avvera vissuta amando».

                                                                                   

Lucianna Argentino Copertina Alma Poesia

Crepacuore. Fu questa la prima parola nuova del suo vocabolario di bambina. Crepacuore. La sentì pronunciare da sua madre mentre a qualcuno raccontava dello sventurato autista dello scuolabus che ne era morto dopo aver investito e ucciso, per un’assurda fatalità, una sua compagna di prima elementare. Imparò allora che il cuore, che sentiva scorrerle liquido nel corpo assieme al sangue, era in realtà una casa di carne fragile e indifesa e poteva creparsi e franare, che bastava una ferita e la vita poteva fuggirne senza che niente riuscisse a trattenerla. Il servizio del pulmino fu sospeso e lei cambiò scuola con il senso di qualcosa per sempre perduto.


*


Quando al dilucolo la bellezza del cielo ferisce come solo la bellezza o la cattiveria possono ferire, prega di non essere scucita dalla radice forte eppure fragile, profonda eppure incapace di placare la fame, di domare l’inquietudine dell’essere nati dentro infiniti addii e dunque connaturati all’assenza, alla nostalgia. E in questo cammino di passi confusi spera, invecchiando, di avere l’aspetto di coloro di cui la vita si nutre, piuttosto che quello di coloro che della vita si nutrono.



*


Gli occhi del padre s’erano fatti più grandi e più piccolo il cuore di lei quando lui le chiedeva dammi da bere o aiutami a voltarmi – accidente cerebrovascolare quello che s’era portato via la parte sinistra del suo corpo. E lei: donami parole nuove per questo tempo macerato e senza mani, aiuta tu me a trovarmi ora che nel tuo dolore si ossida la mia vita. Ma non lo diceva. Annuiva senza pensare, complice il sangue nel dissenso verso ciò che dentro era mormorio continuo e montava in lei la rabbia dei mammiferi. Adesso la sua morte è un sottofondo lungo tutto il sistema nervoso e linfatico, lungo la planimetria aerobica dell’anima. Ora che ancora sussulta per la strada quando le sembra di vederlo in piedi com’era prima, ma è solo uno sconosciuto che, da lontano, gli somiglia. Ora che non riesce a scacciare il pensiero di lui là sotto, nell’impensabile solitudine di ammoniaca e vorrebbe trarlo dal buio, dal freddo, da quella lontananza che il ricordo non basta. È la sua assenza che dentro decompone – la postura innaturale delle cose.



Lucianna Argentino Alma Poesia

Lucianna Argentino è nata nel 1962 a Roma, dove vive. Ha pubblicato i seguenti libri di poesia: “Gli argini del tempo” (ed. Totem, 1991) con la prefazione di Gianfranco Cotronei; “Biografia a margine” (Fermenti Editrice, 1994) con la prefazione di Dario Bellezza e disegni di Francesco Paolo Delle Noci; “Mutamento” ((Fermenti Editrice,1999) con la prefazione di Mariella Bettarini e la post-fazione di Plinio Perilli; “Verso Penuel” (edizioni dell’Oleandro 2003) con la prefazione di Dante Maffia; “Diario inverso” (Manni editori, 2006), con la prefazione di Marco Guzzi; la plaquette “Favola” (Lietocolle, 2009), con acquerelli di Marco Sebastiani. “L’ospite indocile” (Passigli, 2012) con una nota di Anna Maria Farabbi; il poemetto “Abele” (Ed. Progetto Cultura, Le gemme 2015) con la prefazione di Alessandro Zaccuri di cui alcuni brani sono andati in onda, nel giugno del 2017, su Radio Vaticana nella rubrica “Pagine Fogli Parole” a cura di Laura De Luca nell’interpretazione di Pino Censi; “Le stanze inquiete” (Edizioni La Vita Felice, 2016); “Il volo dell’allodola” (Edizioni Segno, 2019) con la prefazione di Gianni Maritati, tre racconti in versi ispirati a tre personaggi biblici; “In canto a te” (Samuele Editore, 2019) con la prefazione di Gabriella Musetti; “La vita in dissolvenza” (Samuele Editore, 2022) con la prefazione di Sonia Caporossi che raccoglie quattro monologhi ispirati a storie vere di donne. Dal 2014 collabora con il gruppo musicale Acquelibere Ensemble. Il 27 dicembre 2018 e il 9 gennaio 2020 è stata ospite di Radio Radio all’interno della trasmissione “Un giorno speciale” di Francesco Vergovich nella rubrica “Affari di libri” curata da Mariagloria Fontana. Il 29 settembre del 2019 le è stato assegnato il Premio Caro Poeta 2018 durante la quinta edizione di “La parola che non muore” Festival a cura di Massimo Arcangeli e Raffaello Palumbo Mosca presso il Borgo La Commenda (Montefiascone, Viterbo).


 


 

コメント


Alma Poesia © 2019

Founder: Alessandra Corbetta

bottom of page