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  • Immagine del redattoreAlessandro Pertosa

«Contraddizione alla radice della vita»: recensione a "I fanciulli dietro alle porte" di R. Copioli

Ne I fanciulli dietro alle porte (Vallecchi 2022) di Rosita Copioli c’è un mare sterminato d’amore. Amore matto e disperato. Amore folle. Amore infuocato. C’è desiderio. Il desiderio che spinge il cuore fino allo zenit per poi lasciarlo sprofondare fra le pieghe sterminate del mistero. E poi c’è lo schianto, c’è il dolore, l’orrore della guerra, della violenza. Insieme agli echi di autori passati, filosofie e teologie che si intersecano alla perfezione, teorie della fisica e delle scienze, storie, cronache, riferimenti naturalistici. C’è il poliedrico mondo di una scrittrice unica nel suo genere, coltissima, che sa attraversare i diversi ambiti dei saperi con la leggerezza di una farfalla alla ricerca del petalo più bello.

Qui il mito e la storia si intrecciano, diventano canto e grido, ballata e profezia. I versi compongono un universo sterminato dall’enorme respiro, in cui l’autrice riprende registri già esplorati all’esordio – con Splendida Lumina Solis – e compie delle variazioni sul tema, esplorando nuove modalità di dialogo fra la sapienza classica e la sperimentazione moderna.

Il tema principale de I fanciulli dietro alle porte è il desiderio, letto alla luce di Leopardi, autore amato da Copioli sin dai tempi dell’università. Il centro, dicevo, è quel desiderio terrificante e spaventoso che ci prende nel momento in cui ricerchiamo l’assoluto, l’eterno, l’infinito. Quell’infinito che fa perdere la ragione e che «spaura» il cuore di chi lo pensa, lo immagina, prova a intuirlo.

Tutte e dodici le sezioni che costituiscono la raccolta declinano questo tema terribile del desiderio, leggendolo come un qualcosa di infuocato, di simile a una accensione, che è alle radici del nostro essere nelle forme più varie, in apparenza opposte: da quella del fuoco, principio della vita e dell’eros, alla luce bianca o rossa o persino nera. Che è la luce-buia di Lucifero, l’angelo lontano da Dio, luce-luce. E questo contrasto fra luce e tenebra si ripresenta ne «I semi del fuoco», la prima sezione di ouverture, così come nella seconda («Nel petto di Prometeo») e nella terza («Iugoslavia 1993-2017»), dove entra in gioco il contrasto irrimediabile fra bene e male, positivo e negativo, luce e buio.

Per Copioli, la vita è una costante contraddizione e la contraddizione si palesa nel pensiero, nei rapporti umani, nella storia, nelle guerre mai sopite, anzi sempre sul punto di riaccendersi in forme nuove e strazianti.

Ma come già detto, ne I fanciulli dietro alle porte non c’è solo poesia. Perché il contrasto di luce e tenebra nell’incandescenza e nel superfreddo è anche un fatto fisico. E in tal senso lo ritroviamo nella sezione «Teorie della fisica», in cui si ascolta l’eco di una voce ispirata alle teorie dello spazio-tempo, dipendenti da quella della relatività ristretta di Einstein. E di pagina in pagina si finisce per restare inghiottiti dal segreto dell’universo, fra il calore dei buchi neri, i collassi delle stelle, i rimbalzi dopo le massime compressioni, che non hanno effetto solo sulla materia, ma anche sull’anima.

Con quest’ultima opera, Copioli continua un percorso iniziato oltre quarant’anni fa. Un percorso profondamente culturale e spirituale, in cui l’arte e la scienza, la poesia e la fisica, il buio e la luce restano inestricabilmente legati, trama e ordito di un unico straordinario mistero: la vita.




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