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  • Immagine del redattoreAlessandra Corbetta

Nota di lettura a "A oriente di qualsiasi origine" di Annalisa Rodeghiero

Se l’Oriente indica il punto geografico dell’inizio, la sede di ogni incipit, l’origine è il momento temporale da cui tutte le cose scaturiscono. Qualora si decida di accostare questi due termini, come fa Annalisa Rodeghiero nella sua ultima pubblicazione, intitolata A oriente di qualsiasi origine (Arcipelago Itaca, 2021), diviene evidente l’intenzione di rimarcare, nello spazio e nel tempo, il fotogramma dell’esordio. Pavese scriveva che «L'unica gioia al mondo è cominciare. È bello vivere perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante.», sottolineando la sfera patemica e immaginifica che ogni inizio porta con sé, nella sua disgiunzione dalla fine; per Rodeghiero, invece, l’esaltazione della fase primigenia non assume posizione dicotomica rispetto al termine poiché, dopo la fine, non c’è il nulla o la fine stessa bensì un nuovo inizio, in un’ottica di circolarità perpetua.

La raccolta propone una visione del tempo in netto contrasto con quella propria della nostra società occidentale capitalista, dove non solo tutto procede in modo lineare, senza possibilità di ritorno o di proponimento ex novo del già accaduto, ma nella quale il raggio d’azione occupato dal presente è addirittura invadente e corrosivo delle altre sfere temporali.

Come scrive Massimo Morasso nella prefazione «Alla fine è l’alba suona il primo verso del libro: e la Rodeghiero, scrivendo, quel distonico senario sembra averlo tenuto a mente come un mantra, utile a orientare il suo acuto lirismo infatuato della luce, e la sua fede aurorale nel carisma della poesia.» l’acquisizione di questa prospettiva temporale è funzionale anche all’espressione di un pensiero più ampio, che interessa la vita e la poesia; entrambe, con Rodeghiero, riprendono a farsi afflato, a disancorarsi dalla carnalità del corpo e della parola per tornare a volteggiare in una dimensione più alta, nella quale un ricongiungimento con l’Universo e l’Altro sembra ancora essere possibile.

Con una sofisticata cura del verso e del suono, Rodeghiero riesce a ridonare valore al termine-concetto “anima”, in bilico da tempo tra abuso di senso e assenza di reale significato e mediante l’attraversamento sistematico degli elementi costitutivi del mondo, su cui le quattro sezioni in cui il testo è suddiviso si fondano, è capace di riposizionare lo sguardo al prima che tutto fosse, investendo di un valore rinnovato memoria e senso storico.

Non bisogna però credere che Rodeghiero abbia, con questo lavoro, voluto fornire assiomi o visioni assolutistiche; come bene ha evidenziato Carlo Giacobbi, infatti, «L’appetizione, il desiderio d’assoluto che pervade le liriche – la nostalgia del totalmente altro saremmo tentati di dire con Horkheimer - sono quasi sempre frustrati da una compiutezza che, se da un lato s’annuncia, dall’altro non si rende mai nella sua totalità; sicché, la condizione esistenziale che ci pare venga in dominante, è quella dello stare in limine, in attesa d’una epifania salvifica che seppure in nuce o ab ovo, tuttavia resta allo stadio di promessa, in fieri, sempre attuabile si, in procinto d’essere, ma di cui si soffre l’assenza o quantomeno la distanza.». Per Rodeghiero il ritorno all’intero e l’uscita dalla frammentazione attuale è qualcosa che, qualora possa avvenire, sarà da collocarsi in uno spazio altro ri-temporalizzato, dove i soggetti, fuoriusciti dagli ego individuali, si ricongiungono nella forma del Noi.

Ecco: A oriente di qualsiasi origine è una chiamata alta, per luce e tenore, a uscire dai solipsismi, a riprogettare il mondo, del singolo e della comunità, rinunciando alle logiche del qui e ora e della piccolezza.



II


A lungo ho cercato nelle radici intricate

del sottobosco il senso,

ho offerto il fianco di resina al tronco

nello svincolarsi d’alba dai sassi.

Senza misura sono risalita

incontro alla neve copiosa di promesse

mantenute nel mese più breve.

Ho ascoltato ogni sua verità nel palmo.


La verità si rivela nel palmo.


XVII


Tu mi porti là, dove le cose vengono

quando devono venire, con levità

come di neve, se la neve torna al seme.

Vengono insieme nella pazienza e nella cura

nella radura dei richiami – sapienti echi di rami,

attesa d’abeti a sorreggere voli.


Servono secoli d’intesa a benedire

il sincronico fiorire dei roseti.


XXXI


Anche per l’amore, due sono le rive,

una per la nostra andata, l’altra per il suo ritorno.

Servono sterrati di selva

che assorbano nebbia d’inverni

di smisurate pretese, dove persino la pernice

potrebbe scordare l’utopia primaverile d’ala.

Mantenere intatta la spinta d’anima selvatica,

esistere nella chiarità del lampo

che ci investa come scroscio d’aprile, la durata.


XLIV


Luce sopra ogni filo d’erba all’alba

alba di luce sugli abeti in fila.

Ad ogni fronda di pioggia

una lanterna e nella terra franta

perderà dimora la paura.

Salirà il respiro di radice alle narici.


I giorni guariranno con i giorni.


Annalisa Rodeghiero è nata ad Asiago e vive a Padova. Ha pubblicato: Percorrimi tutta (2013), Di spalle al tempo (2015), Versodove (2017), Incipit (2019), A oriente di qualsiasi origine (2021) tutti premiati in concorsi letterari nazionali. È collaboratrice del periodico online Alla volta di Leucade. Suoi testi poetici e note critiche sono presenti in riviste, lit-blog e in numerose antologie tra cui: Il padre di Nazario Pardini (2016), Il segreto delle fragole 2018 Agenda Poetica (LietoColle), Lunario in versi (11 poeti italiani) iPoet 2018 di LietoColle, Antologia proustiana 2018: Cherchez la femme - di Aa Vv La Recherche.it, La madre Secondo Quaderno di poesia del Gruppo poeti UCAI (2019), Antologia proustiana Una notte magica di La Recherche (2019), Fra gli ultimi del mondo – Vol. 3 Dedicato alle ultime del mondo, Giovane Holden, 2020, Il dono del Logos Terzo Quaderno di poesia del Gruppo poeti UCAI, 2021 e in moltissime antologie legate a premi letterari. Sue poesie e note critiche di testi sono contenute nel IV volume Lettura di testi di autori contemporanei curato da Nazario Pardini (2019). Con l’Associazione culturale “Arte Insieme Altopiano di Asiago 7 Comuni”, promuove la diffusione della cultura nel territorio.

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