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Un inedito di Virginia Pedani

  • Immagine del redattore: Luca Gamberini
    Luca Gamberini
  • 25 apr 2020
  • Tempo di lettura: 1 min

Un testo inglese ti porterà altrove.

Per le avenue pestate di una

capitale mondiale,

dove insieme sa di fiducia,

di giallo e di verde.

Un testo inglese ti porterà altrove.

Fa niente la capitale,

va bene pure il fruscìo del mare.

L’evasione e la sua indeterminatezza. In realtà nella sua ingenua (perché iperbolica e allo stesso tempo urgente) fuga Virginia offre delle coordinate al lettore: geografiche (“capitale mondiale”) cromatiche (“di giallo e di verde) , linguistiche (“un testo inglese”). E mentre siamo concentrati a fare l’elenco delle plausibili mete di fuga, con una scontrosa grazia che contraddistingue tutto il componimento, l’autrice disfa tutto. Va bene tutto. “Pure il fruscio del mare”, molto scolastico e sentimentale ma anche cifra del vero oggetto della poesia: non la meta della fuga, ma la compagnia. In fondo la fuga non è la sua, ma del possessore di quel “testo inglese” che lo/la porterà “altrove”.



Virginia Pedani, venticinquenne livornese, è interessata da sempre alla scrittura e alla comunicazione.

Una laurea in Scienze Politiche all’Università di Pisa, un Erasmus nella città di Copenaghen e il sogno di diventare una giornalista, magari nel campo culturale. Attualmente fa parte di una redazione di ventotto aspiranti reporters all’interno del Master di giornalismo dell’Università di Bologna.


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