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Immagine del redattoreFrancesco Destro

Un inedito di Giuseppe Cavaleri

L’inedito di Giuseppe Cavaleri, Con le parole e le ombre, nonostante la semplicità del lessico e della costruzione poetica che, in certi punti, pare tendere a una prosa discorsiva, colpisce per la capacità di formare una triade, quella costituita dagli elementi ombra-padre-parola, e intorno a questa, far ruotare l’intero componimento.

Cavaleri, nel suo ruolo di osservatore esterno, ricolloca proprio nella parola il potere dell’azione; il verbum torna a essere generativo, capace di produrre cambiamenti e mutare l’ordine delle cose: «affronterai con le parole le ombre». In un contesto temporale non ben definito, che pare comunque distante dai giorni nostri, Cavaleri alla parola vuole conferire anche uno status di perdurabilità, poiché essa non solo è strumento attivo, ma anche in perenne potenza di essere usato per modificare, appunto, la realtà, in primis quella che ci abita e si muove dal di dentro.

CON LE PAROLE LE OMBRE

Mi chiese il significato della parola afflizione

il ragazzo dell’ultimo banco, occhi verdi.

Gli risposi che veniva dal latino,

la inserii in una frase, poi i sinonimi, i contrari,

la scala delle parole che esprimono il dolore.

Vidi quegli occhi aprirsi, lacerarsi

nelle venuzze che percorrono il bianco,

li vidi tremare nell’incanalatura delle iridi.

– Oh, per quanto tempo l’avrà cercata… –

Pensai, con la valigetta in mano, tornando a casa…

Mi dissero poi alcuni colleghi il significato

della parola afflizione per quel ragazzo:

il ritorno di un padre,

un padre che non c’era mai stato,

un padre che gli aveva teso le mani

sul pianerottolo, con la vicina che guarda

e il cuore che gela.

Immagino quel ragazzo mormorarla quella parola,

mormorarla con il capo scuro, e le mani di rabbia

mormorarla fino alla sbiadita penombra della sera,

dove quella presenza, quel padre

pretenzioso, in attesa.

Mi hanno detto che di parole, adesso,

ne ha imparate molte. Dicono le collezioni

come soldatini di latta o figurine del pallone.

Il crepuscolo lo passa adesso

facendo conti e tracciando confini,

misurando i sentieri di ciò che sta dentro.

Dicono pure che nel suo taccuino,

tra i rigagnoli di bic nera,

una frase campeggi come un monito

che ha la sacertà dell’iscrizione nel tempio:

affronterai con le parole le ombre

Giuseppe Cavaleri (1994) è laureato in Filologia moderna presso l’Università degli studi di Catania con una tesi dal titolo “Il canto colmerà l’abisso – contributo per un’ermeneutica dei Canti ultimi di D.M. Turoldo”. Ha insegnato all’istituto tecnico “Einaudi” di Pistoia (PT) e attualmente vive in Spagna, dove insegna italiano in una scuola per stranieri. Coltiva sin da giovanissimo la passione per la poesia, e per la scrittura in generale. Alcuni suoi articoli sul rapporto tra filosofia e poesia sono stati pubblicati in riviste di settore.

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