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Nota di lettura a "Una pistola al Luna Park" di Monica Messa

  • Immagine del redattore: Elena Verzì
    Elena Verzì
  • 15 lug
  • Tempo di lettura: 3 min

«Tutte le cose che paiono quiete

portano fermento

ed io sento

la loro vibrazione»

 

Una pistola al Luna Park è l’ultima raccolta di Monica Messa, pubblicata per RPlibri nel 2024. Fin dalla scelta dell’esergo si intuisce che fissità e dinamismo coabitano i versi di questa silloge «si viaggia immobili, / come case cantoniere». Il trasferimento di emozioni, ricordi e sensazioni avviene mediante oscillazioni interne che scuotono il vissuto di ciascuno, pertanto anche nella staticità vi è movimento. 

«Il corpo è teatro» di questo moto e gli attori sono la memoria e il futuro.

L’opera è ambientata in un paese dell’Italia meridionale dove onirismo e realtà si accavallano come le onde del mare quando c’è risacca. Un paesaggio complesso quello di Monopoli, paese natio dell’autrice dove «c’è un binario / e un passaggio a livello fra i ciliegi» e «ogni strada ha un volto e una voce». Tra i versi, il lettore esplora i luoghi, le vie, fino a perdersi tra gli odori di «petricore e santoreggia», di salnitro e oleandro. I personaggi che vivono in questo contesto (Samir, Annarella, Bice etc.) sono uomini e donne che si mescolano alla singolarità del posto: «Amo i luoghi che non amo».

 

Tra i componimenti di Messa riecheggia Cesare Pavese della Luna e i falò, nei versi: «perché un paese ci vuole», lasciando a chi resta qualcosa di nostro tra le piante e la terra. Presente anche la contaminazione di T.S. Eliot nella definizione di «Aprile […] crudo e gentile».

La poesia è, per Messa, un luogo di trasformazione, dove il dolore, la rabbia e le esperienze personali si sublimano in versi: ​ «Trasformati, trasformati / in poesia».

Antonio Bux, direttore della collana L’Anello di Möbius per RPlibri, nell’introduzione definisce l’opera “un canto urbano […] dal tono dissacrante ma lieve e scanzonato”.

Nel «premere il grilletto» è contenuta la riflessione sul senso della vita e delle relazioni, avere dei colpi a disposizione ma non poterli usare quando è il momento giusto: «Ho la felicità inceppata come una pistola al Luna Park.»

 

Monica Messa Alma Poesia Copertina

Lungo la chiostrina

elleboro, tabacco e mormorii,

il peso della nebbia sulle spalle.

Le otto del mattino. Frecce a raffica

sulle strisce pedonali.

Uno chignon di rame

ondeggia fra le teste rase.

Geremina alla fermata

stende la mano e sorride

“Merdaoro! Merdaoro!”.

Al volo afferra il lembo del giaccone.

Fonde l’iride di berillio

(sei tutta tuo padre).

Geremina Merdaoro

ritrae la mano,

sbatte un occhio di pervinca

e muore ancora po’.

 

*

Ho la felicità inceppata

come una pistola al Luna Park

– dieci colpi, cento lire –

era il prezzo della libertà.

Il crepuscolo è caduto

irrimediabilmente

su tutte le cose

e in questa nuova estate

si rintanano le lucciole.

 

*

 

Le lettere ai morti

contengono poche parole,

sono brevi

per non disturbare il loro sonno,

sono continue

per mantenere il filo del discorso.

Le lettere ai morti

cominciano con un Ciao,

non ci sono Arrivederci

né grossi drammi,

i saluti sono brevi e concisi,

i caratteri messi stretti stretti.

Perché

le lettere ai morti

hanno una trama larga

quasi trasparente,

ci sono un sacco di spazi

dove prendere respiro,

nascondere una lacrima,

spegnere una sigaretta.


Monica Messa Alma Poesia

Monica Messa è nata nel 1974 a Monopoli. Ha esordito nel 2018 con “Poesiole”, una raccolta di poesie su vari temi, scritte nell’arco di trent’anni. Ha poi pubblicato “Seppie Ripiene – Poesie per poche lire” (2018) e “Il Logorio della vita moderna” (2021). A settembre 2022 ha pubblicato la plaquette “/imagine: l’universo è nato dall’immaginazione”, dove accanto ad alcune poesie edite propone delle immagini generate mediante l’applicazione della IA Midjourney. Ha partecipato a diversi Festival. Alcune poesie sono state pubblicate in blog, riviste cartacee e online, in antologie nazionali e internazionali e nella rubrica “La Bottega della Poesia” di Repubblica – Bari. È stata nelle redazioni delle riviste di poesia “La Vallisa” e “La Confraternita Letteraria”. Alcune poesie sono state tradotte in albanese e in spagnolo. Cura, inoltre, un blog e una pagina Facebook.

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Founder: Alessandra Corbetta

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