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  • Immagine del redattoreElena Verzì

Nota di lettura a "Lingua di mezzo" di Giuseppina Biondo

Chi può ora dire cos’è lingua?»

Giuseppina Biondo nella raccolta Lingua di Mezzo (Interno Libri Edizioni, 2023) si interroga e rimanda al lettore le domande attorno alle quali si sviluppa il dibattito contemporaneo relativo alle nuove esigenze linguistiche.

Un tema ostico e difficoltoso che Biondo, con acutezza, competenza e autorità, riesce a rendere poetico, considerevole e brillante. Le poesie sembrano composte con leggerezza e semplicità, l’autrice in un verso dice: «chi se ne frega del metro oggi» eppure Biondo è una studiosa della lingua, la conosce, la controlla e la maneggia con pieno dominio. I componimenti presentano giochi di parole, anafore, epifore, verbi perlopiù intransitivi, e compare, come evoluzione della lingua in materia di inclusività, il genere neutro con la forma di un asterisco oppure con la ə come vocale finale. Tutto diventa strumento della lingua e per la lingua.

L’autrice realizza un’opera libera, dedicata ai suoi studenti ma indirizzata anche ai conservatori, o più semplicemente a chi ha difficoltà a comprendere il nucleo della questione: «Ma cosa interessa all’universo, / cosa vuole, perché reclama l’onestà, / tutta questa chiarezza – tutto vuole che sia esplicito / di me, perché vuole che si metta in evidenza / una cosa che non si dice ma che già si vede?»

Non è solo interesse per le nuove tendenze della lingua italiana, ma ricerca urgente e necessaria per comprendere i tempi e le richieste comunicative dell’oggi. Biondo dice infatti: «Non è questione di gergo soltanto, / ma di pensiero che si fa linguaggio. / Sento che versificherò da vecchi, / se non mi aiutano sin d’ora.»

Tra le dinamiche linguistiche, il tema amoroso è ben inserito; il bacio passionale chiede l’investimento strumentale della lingua come organo d’amore: »Vorrei che la mia lingua / stesse in mezzo – alla tua». Lingua di mezzo è un luogo, uno spazio che cambierà dimensione nel tempo, a volte occorrerà ripetersi, altre cambiare forma. Forse è questo che viene richiesto alla lingua «di tutt* e di nessun*» accogliere i contrasti perché «non è la competizione, / ma la convivenza l’obiettivo delle persone.»



È nel modo in cui pieghi la bocca

quando baci, quando sorridi,

è lì che si intuisce il significato

che non deve essere scritto.


(7 gennaio 2022, Milano)


*



Sulla lingua c’è la moneta,

mi hai detto. Quel sogno si collega

alla lingua di mezzo.


(1° febbraio 2022, Milano)



*


Io voglio poter dire: esci la lingua dalla bocca, sali le valigie e tutte le borse, scendi la pasta o il cane. Tutti quei verbi intransitivi, che a voi suonano male, usarli in maniera transitiva. A me sembra normale uscire qualcosa dal frigo, suona bene, vedo il gesto corretto. Mannaggia, mia lingua, che sei di tutt* e di nessun*


(6 maggio 2022, Milano)


*


Pensa: se sei tu a scegliere come leggere la ə,

non se ne dovrà omettere la pronuncia:

il compromesso potrebbe risiedere in questo:

il concetto indefinito ma visibile,

il suono incerto ma scelto.


Senti forse adesso la sua libertà?


(14 marzo 2022, Milano)


*


Quando mi prende male, la poesia esce

o, forse, entra, ma – voglio dire –

lo fa senza bussare. È una tortura,

se ci pensi, che per comunicare

si debba provare il colpo del bastone,

è come se per parlare si dovesse prima

piangere, così come quando si viene al mondo.

La lingua trova i suoi parlanti,

e forse, dopotutto, non importa

se per vie violente.


(14 marzo 2022, Milano)


Giuseppina Biondo (Mazara del Vallo, 1990), laureata in Filologia moderna presso l’Università Cattolica di Milano con una tesi su Italo Calvino e la poesia contemporanea, insegna alle scuole superiori, è autrice di libri di racconti e in versi, organizzatrice di incontri letterari denominati #Recitationes e nel 2018 ha fondato e diretto «Il Raccoglitore». Ha esordito in poesia nel 2016 con la raccolta Come si salva un poeta? (Libridine editore), nel 2020 ha pubblicato La contadina (Puntoacapo Editrice) con prefazione di Giuseppe Conte e nel 2021 Quarantine (La vita felice) con prefazione di Gerardo Masuccio. Sue poesie sono uscite su Nuovi Argomenti, Atelier, Interno Poesia, La Bottega di Poesia de «La Repubblica»; e con traduzione in spagnolo a cura del Centro Cultural Tina Modotti.

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