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  • Immagine del redattoreValentina Demuro

Nota di lettura a "Le stanze vuote" di Luisa Trimarchi

In Le stanze vuote (Controluna, 2022), è la poesia stessa di Trimarchi che si fa immagine del vuoto di cui parla: quasi scarna in certi passaggi, con i suoi silenzi e un ritmo tendenzialmente pacato, attraverso ripetizioni di parole che si richiamano tra loro fungendo da eco, amplificando le assenze, ricrea stilisticamente i temi che porta con sé. Molto frequente è l’uso del trattino che distanzia ulteriormente i versi tra loro, dando un respiro più ampio, con un procedere che ricorda l’andamento dei versi di Emily Dickinson (come indica anche Davide Toffoli nella prefazione). Si gioca con la dilatazione dei tempi e degli spazi, delle dimensioni inglobate dal vuoto: «Resta sottovuoto - di quel / vuoto ignoto dove batte / il silenzio della goccia - / ribatte - risuona – rimbomba / a vuoto il mio vuoto nel tuo / vuoto - infine nostro.»

Già dalla prima sezione, Nel grigio - appena prima - del nero, percepiamo l’approssimarsi dell’oscurità, dimensione che si manifesta proprio in quei luoghi che non ci parlano più («L’amore grida al mutuo / soccorso - tu blateri al / silenzio muto -»), spazi dove le attese e il tempo stesso hanno cessato di avere ragion d’essere («Scarno - scarnificato il tempo / scandito», «e io smisi di aspettare») e altro si cerca, qualcosa che nemmeno più le parole sono in grado di individuare («“Ma io non trovo più / le parole, sono finite!”»).

Ma non si accetta sempre la resa, né la desolazione, nonostante sia enorme e spesso prevaricante. Agli ostacoli invalicabili, al vuoto, ai muri, si può rispondere con un lessico del tatto (mani, toccare, trattare, trattenere), quasi a voler dire che c’è un istinto, un abbrivio che si ribella. In Nel rosso - sangue - a bordo del precipizio, il verso si frammenta, il ritmo si fa più acceso, i concetti vengono tesi al massimo e tra gli estremi rimane proprio «La forza sovrumana di chi non cessa mai / di respirare anche con un laccio alla gola.»

Dopo la tensione, in Nel nero - parlando con i morti, si ritorna al silenzio, al mutismo delle cose perdute. E si scende in profondità, talvolta si perde anche la struttura del verso, come in Giù, rischiando di cadere nell’effetto “elenco”, ma forse, proprio per questo, significando la dissoluzione in un altro modo: «Oscurato -/ Oscurami / con le mani - / su una faccia / in frantumi -/ e maledici / i malefici / del male / che ami / più del / miele»

Infine, in Nell’ombra - socchiudendo la porta, si approda alla calma cupa che implica la riflessione sui detriti del vivere, su ciò che resta dopo le mareggiate, quando si fanno i conti con i propri frammenti, si cerca di capire il significato del finire, e rimangono domande aperte sul senso del ciclo del dolore, delle esistenze.



Le stanze vuote


Restano vuote le mie stanze

con i superstiti che parlano

- i ricordi che si arrestano -

tacciono d’un tratto - è tutto

vuoto - gridano le voci -

è follia - dice - la testa piena.

È solo il vuoto - triste vuoto -

dice la voce di colei che sa.


Mortalità - ridente


Sono morto - credi.

Sono viva - blateri.

Mortalità ridente fatta

di scampoli legati uno

ad uno - uno di due.

Ne rideremo insieme -

liberi dalla paura di

morirne.



Racconto


Il tormento di coloro che sanno

e non vorrebbero vedere -

il contorto percorso dei folli -

dei nudi di cuore - dei visionari -

il dolore - infine - di chi salta -

la linea - oltre il bordo -

sconfinando in quel terribile

luogo - segreto - dove i matti

siedono felici a mangiare -

liberi di tacere e piangere -

per ore.



Luisa Trimarchi, si laurea con lode, in Lettere, all'Università “La Sapienza” di Roma. Le lezioni e la tesi con la poetessa Biancamaria Frabotta la incoraggiano alla scrittura, una passione coltivata già dall'adolescenza. Segue corsi di perfezionamento e master. Nel 2017 frequenta la “Bottega di narrazione” di Giulio Mozzi. Nell'aprile 2021 pubblica la silloge Versi della dimenticanza (Transeuropa), nel marzo 2022 Le stanze vuote (Controluna). Ottiene importanti riconoscimenti in rassegne nazionali e internazionali. Nel 2022 si aggiudica il secondo premio assoluto al concorso "L'arte in versi", dell'Associazione Euterpe e tre suoi testi (tratti dalla raccolta inedita Storia della bambina infranta) sono selezionati e pubblicati in Singolare/Molteplice (Ed. puntoacapo), antologia ufficiale del Premio "Bologna in Lettere", a cura di Enzo Campi ed Enea Roversi. Le stanze vuote (Controluna) è stato selezionato fra i finalisti dell’VIII premio internazionale “Città di Latina”. La stessa silloge ha poi di recente ricevuto la segnalazione della critica nel XVI premio internazionale “Massa, città fiabesca”. Il suo racconto Lettera per una donna è risultato tra i selezionati al XXXVI premio internazionale Montano (2022). Il 29 ottobre su “la Lettura” del Corriere della sera è uscita una breve recensione sull’ultima silloge, Le stanze vuote. Partecipa a poetry slam, reading poetici e incontri realizza podcast e gestisce un breve spazio settimanale, di tre minuti, su una radio web, trasmissione di intrattenimento (Il Radionauta), con una rubrica di poesie Coordinate poetiche dove legge i propri testi. Insegna letteratura in un liceo scientifico, a Cremona.


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