Nota di lettura a "L'attesa" di Alida Airaghi
Alida Airaghi ce lo dice fin dal titolo della sua raccolta: dobbiamo aspettare. L’attesa (Marco Saya Edizioni 2018) è il bisogno di mettersi fermi, immobili e vedere cosa succede. Per certi aspetti potrebbe sembrare un’opera incompiuta che non raggiunge mai la vetta, pur lasciandola intravedere. È la stessa autrice a indicarci la strada. Salvo poi non percorrerla.
Questo potrebbe sembrare un limite. A tratti lo è. Perché il lettore si inganna. A tratti l’espressione poetica tradisce una certa ambizione, di suggestioni importanti, forse esagerate e quindi inutili.
L’attesa non è una lettura agile. Anche se lessicalmente potrebbe sembrare tale. L’apparente semplicità dietro la quale si cela Airaghi mostra la complessità del suo pensiero. Il suo è un prisma sotto un velo. A tratti la luce attraversa la matassa poetica, offrendo al lettore sprazzi di assoluta eleganza. Il retaggio in parte scolastico di un confronto diretto con alcuni classici. È un dialogo poetico. Chiaro e pulito. Airaghi non ha paura di mettersi davanti all’auctoritas. Tuttavia non andrebbe esplicitato. Andrebbe coltivato nel silenzio del lavoro di rilettura, che dovrebbe affiorare solo di rimando, e non direttamente, in stesura.
L’attesa di Airaghi è al contempo un tentativo di salvezza. Umana perché poetica, e viceversa. Gli organi di senso compartecipano a questo progetto di salvezza. È un decalogo per la speranza in fieri, che cerca la via d’uscita. Non la trova sempre, ma non per limite autoriale, bensì per impossibilità reale di trovarla. Airaghi mette in luce il controsenso di una vita fatta di aspettative altissime e realizzazioni mancate.
Fargli dire parole che non ha detto.
Suggerirgli mentalmente un gesto mai fatto. Stampargli sulle labbra un sorriso innamorato.
Mettergli in mano un dono inaspettato.
Che indossi un bel maglione color sabbia.
Porti scarpe di cuoio pesante
con cui muovere passi sicuri. Sia spettinato come dopo una corsa.
Abbia una voce roca e intenerita. Possa guardarmi quasi fossi una sorpresa.
E gli occhi (oh, gli occhi!) quelli
dovrebbero essere incantati. E ironici, e puri. Presto, mio cavaliere e romeo, presto, mio trobador fiammeggiante! Da tutta la vita son qui, in attesa.
A Messa mi sentivo colpevole
perché non riuscivo a stare attenta, e vagavo con gli occhi con la mente su fiori facce affreschi,
sui ceri sottili che imploravano una grazia a San Tommaso: forse ogni fievole candela misurava la vita dei fedeli presenti!
Quelle lunghe i bambini, e quella
quasi spenta la vecchia addormentata
al primo banco. Chissà poi che l’età
non c’entrasse, e invece per caso una strana malattia, un tremendo incidente. Spaventata spiavo dove fosse la candelina mia.
Riflettere sui nomi, dare un nome
alle cose, scomporre le parole;
magia di ore solitarie, noiosi pomeriggi in compagnia
di righe e idee... Mie nebulose
amiche, e sole, da battezzare
nuove, da reinventare in una creazione chiamata
poesia: parole, echi, rime.
Dal niente saper fare tutto,
dall’irreale il vero. Stupivo. E in questa immensità
annegava la mia mente,
pensando i confini del pensiero.
Alida Airaghi è nata a Verona nel 1953 e risiede a Garda. Dopo la laurea in lettere classiche a Milano, è vissuta e ha insegnato a Zurigo per il Ministero Affari Esteri dal 1978 al 1992.
Collabora a diverse riviste, quotidiani e blog italiani e svizzeri.
Tra le sue pubblicazioni di poesia: L'appartamento, in Nuovi Poeti Italiani, 3 (Einaudi 1984), Rosa rosse rosa (Bertani 1986), Il peso del giorno (La Luna - Grafiche Fioroni 2000), Litania periferica (Manni 2000), Un diverso lontano (Manni 2003), Frontiere del tempo (Manni 2006), Il silenzio e le voci (Nomos 2011), Nuovi Poeti Italiani, 6 (Einaudi 2012), Elegie del risveglio (Sigismundus 2016), Omaggi (Einaudi 2017), L’attesa (Marco Saya editore 2018).
Inoltre, presso le edizioni Lietocolle, sono uscite le plaquette: Il lago (1996), Sul pontile, nell'acqua (1997), Litania periferica (1998), Le mura di Verona (1998).
Suoi racconti sono antologizzati in: Appuntamento con una mosca (Stamperia dell'Arancio 1991), Fine dicembre (Le Onde 2010), Qualcosa del genere (Italic Pequod 2018).
Ha pubblicato cinque ebook: Recensioni e articoli 1976-1999 (2016); Inverni e primavere (2016);Sui poeti (2017); Il suicidio nel pensiero greco (2017), Altre recensioni 2011-2019 (2018). Il romanzo breve In cornice è uscito da Ensemble Edizioni nel 2019.
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