Nota di lettura a "Il punto nascosto" di Raffaella Massari
De Il punto nascosto (Puntoacapo Editrice 2020) di Raffaella Massari mi preme da subito sottolineare due aspetti: il primo è la versificazione fortemente calibrata, nel suono e nella scelta del lessico, per la quale viene privilegiata dall’autrice una resa finale scarna, ridotta all’osso; il secondo è quello di avvalersi di tale struttura, così ponderata, per descrivere l’inenarrabile, e cioè il cerchio della vita, dal suo schiudersi fino al tratto estremo. Già la suddivisione in tre parti dell’opera, e la ripartizione in sezioni per ciascuna di esse, lascia intravedere con chiarezza la necessità di voler ricorrere a uno scheletro poderoso, che allontani ogni ombra di fragilità; in effetti Massari traspone sul piano formale il suo bisogno di reagire con vigore alle vicissitudini dell’esistenza, non lasciando nulla di intentato o privo di una possibile spiegazione. Così gli schiamazzi nelle estati della giovinezza, tra il mare e le falesie dei luoghi natali, fanno da contrappunto alle dipartite dei propri cari e agli amori finiti dell’età adulta. Massari intesse una trama, che è prima di tutto intreccio di fili, per rendere meno doloroso il trauma dei cambiamenti, lasciandolo sospeso tra ferita e sogno e collocando il punto nascosto nelle assenze, come se dal vuoto-vuoto tutto potesse rigenerarsi e ripartire. Appresa dalla nonna, la tecnica di cucito che titola la raccolta diventa ombelico geografico e familiare, dal quale tutti i legami hanno origine e al quale si deve per forza fare ritorno poiché, come nella pellicola Il filo nascosto di Paul Thomas Anderson a cui ho pensato in riferimento alla metafora scelta da Massari, è nella dedizione, nella cura attenta e continuata, la vera arma contro l’incedere veloce del tempo, e dell’amore, che continua a esserne sua implacabile misura.
Sentinelle all’alba
delle cime di Durazzo
quando dal mare fermo
e a cielo terso
sembravano apparire dal nulla
all’orizzonte.
E noi ragazzi
fermi ad osservare
l’irraggiungibile sponda.
Ci raccontavamo di navi
di guerre, di spie e sottomarini
E mai e mai una volta li immaginammo
vivi.
*
Perdi geografie di affetti
lasci al tempo
i tira e molla del caso.
Pendolare resti
tra un presente e un altrove.
Non è per tutti
la fine delle cose.
MERCANTI IN FIERA
Tutte le paure danzano.
Quadriglie di parole disallineate si sperdono
confuse e mal dirette.
Alla tavola siedono annoiati gli ospiti.
L’ospite ha finito il vino e non trova che
a chi darne colpa.
Nessun miracolo è previsto.
Nulla accade per caso, nulla due volte.
Raffaella Massari, nata a Lecce nel 1962, vive a Milano, è sposata e ha una figlia. Dopo gli studi in Legge ha diretto le pubbliche relazioni in una società milanese, successivamente è stata titolare di un suo studio immobiliare. Attualmente è iscritta alla facoltà di Lettere Moderne ed insegna in una scuola primaria. È autrice di testi di poesie, aforismi, racconti brevi e filastrocche per bambini. Le sue poesie hanno ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui i Premi nei concorsi Liliana Segre 2018, I Territori 2018, Il Sublime 2018 (per la silloge All’Ombra della falesia) e il Premio Speciale Ossi di Seppia 2019 (per la silloge Dal libro mastro del distacco, qui incluso), premio Zeno 2019(4^posto) e il Gran Premio Assoluto della Giuria Ossi di Seppia 2020. Poesie e aforismi pubblicate in antologie e riviste, tra cui l’Enciclopedia di poesia contemporanea Mario Luzi Vol. 6/2015 e Vol. 8/2018 (Ed. Fondazione Mario Luzi) e la rivista Euterpe n.27.
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