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I Ponti di Alma: Valentina Demuro, Eva Laudace,Francesca Serragnoli

  • Immagine del redattore: Barbara Herzog
    Barbara Herzog
  • 1 ago
  • Tempo di lettura: 5 min

Questa proposta per "I Ponti di Alma" la riservo per dare spazio a tre poetesse a me care, alle quali auguro di solcare sempre più ponti e cieli - come già fanno.

Tradurre le loro voci nella lingua che si avvicina alle mie radici, attorno ad un compleanno speciale, mi fa festeggiare l’amicizia, la poesia.

Abbiate pazienza che questa volta non porto all’italiano da altre lingue, ma viceversa. Sappiate che è sempre un onore ed una gioia far fluire un testo poetico significativo da una lingua ad un’altra, un privilegio. I confini si sfumano, perdono di rilevanza e si rimanifestano in passaggi che traghettano al loro interno i fulcri delle differenze. Ci si sente un po’ ultimo avamposto degli eroi, come soleva dire una persona che aveva tutta la mia ammirazione – anche se in un contesto non proprio uguale - a tradurre da esseri pensanti ed anche mossi dalle emozioni, per i propri simili.


I Ponti di Alma Barbara Herzog Alma Poesia

 

 Francesca Serragnoli, da Non è mai notte non è mai giorno (Interno poesia, 2023)

 

Quando il blu prende l’alba

e la posa delicatamente nell’aria

e la colomba rimane impigliata

al gesto di volare

precipita il gesto

ogni ramo si spezza come una porta

(l’infinita ospitalità del vuoto).

 

Wenn di Bläue den Sonnenaufgang nimmt

und ihn sanft in die Luft legt

und die Taube sich in der Geste

des Flugs verfängt

stürzt die Geste ab

verbricht jeder Ast wie eine Tür

(die grenzenlose Gastfreundschaft der Leere).

 

 *

 

Ogni volo ha una china nera

che disegna la notte

 

ogni volo

è un pazzo in fiamme

 

è la corsa nuda di una donna

inseguita dal fuoco

 

ogni volo ha una parete piena di mani

 

ogni volto ha quella volpe

che taglia la strada

quella tana lontana da ogni carezza.

 


Jeder Flug hat einen schwarzen Abhang

der die Nacht zeichnet

 

jeder Flug

ist ein brennender Wahnsinniger

 

das nackte Rennen einer vom Feuer

verfolgten Frau

 

jeder Flug hat einer Wand voller Hände

 

jedes Angesicht hat dieser Fuchs

der die Straße abschneidet

dieses Nest dem alle Zärtlichkeit fehlt.

 

 *

 

Hai un profilo islandese

un chiaro scuro lentissimo

un crepuscolo di campi arati di notte

nella spinosa armonia delle ombre

 

una tempesta che raccoglie

i suoi cuccioli d’acqua

come le mele di un giardino.

 

Una stupenda malinconia islandese

non è mai notte

non è mai giorno.

 

Foresta sparsa di lupi giovanissimi

allattati dalla luna.

 

Il regno di salire

nel punto più alto di una mano

e gettarsi nell’altro ramo

è il balzo di vivere.

 

 

Du hast ein isländisches Profil

ein überaus langsames Helldunkel

ein Dämmerlicht voller nachts im dornigen

Schatteneinklang gepflügter Felder

 

Ein Sturm der seine

Wasserwelpen wie Äpfel

aus einem Garten pflückt.

 

Eine wunderschöne isländische Schwermut

nie ist es Nacht

nie ist es Tag.

 

Ein Wald voller vom Mond gesäugten

jungen Wölfen.

 

Die Herrschaft auf den höchsten Punkt

einer Hand zu steigen

und auf den andern Ast zu hüpfen

ist der Sprung zum Leben.

 

 

Eva Laudace, da Le bambine dai capelli rossi (Capire edizioni, 2022)

 

Davanti ai cancelli delle favole

chi aspetta il suo turno

per essere amata

ha tutto il tempo per avere paura

 

ogni petalo è un mostro

che ha tenuto per mano

 

coi fiori sugli occhi la testa a punta

e molti animali randagi

nelle vene

tu sai che sono una bambina.

 

Wer vor den Toren der Märchen

wartet an der Reihe zu sein

geliebt zu werden

hat alle Zeit Angst zu haben

 

jedes Blütenblatt ist ein Monster

einst bei den Händen gehalten

 

mit den Blumen auf den Augen und dem spitzen Kopf

und vielen streunenden Tieren

in den Adern

weißt du, dass ich ein Mädchen bin.

 

 *

 

Le bambine che non sanno amare

sono animali che nascono ciechi

e restano appesi

a testa in giù

somigliano ai pipistrelli.

Ti rompono le ossa giocando

come nel buio sbattendo

l’una contro l’altra.

 

Die Mädchen die nicht zu lieben vermögen

sind Tiere die blind zur Welt kommen

und hängen

Kopf nach unten

sie gleichen den Fledermäusen.

Sie brechen deine Knochen beim Spielen

wie im Dunkeln eines

gegen das andere schlagend.

 

 *

 

Le bambine dai capelli rossi

arrivano da paesi nuvolosi

correndo tra le volpi

carezze dell’estate

o di un fiammifero.

 

L’aria calda che aprono sul viso

resta aperta

anche sulle teste

sulle bocche dei fiori

sui giochi da grande

la porporina

è un’eterna infanzia

nuota nelle mani

un’innocenza distratta dal colore.

 

Le bambine dai capelli rossi

non sono gelose delle altre

creature del nord

la bellezza animale

non si addomestica.

 

Sul collo lattiginoso

sulla coda e sui crinali

tornano intere le galassie

efelidi misteriose

fossero i loro segreti

che ora si vedono

ora diventano più chiare

entrano ed escono maliziose dal sole.

 

Die rothaarigen Mädchen

kommen aus bewölkten Ländern

rennen mit den Füchsen

Zärtlichkeiten des Sommers

oder eines Streichholzes.

 

Die warme Luft die sie auf dem Gesicht freilassen

bleibt frei

auch auf den Blumenköpfen

den -mündern

den Erwachsenenspielen

die bronzefarbene

ist eine ewige Kindheit

in den Händen schwimmt

eine von der Farbe abgelenkte Unschuld.

 

Die rothaarigen Mädchen

sind nicht auf die anderen eifersüchtig

Nordgeschöpfe

die tierische Schönheit

ist nicht zähmbar.

 

Auf dem milchigen Hals

auf dem Schwanz und auf den Hügeln

kehren die Galaxien wieder zusammen

mysteriöse Sommersprossen

als wären sie ihre Geheimnisse

die mal sichtbar sind

und mal heller werden

sie betreten und verlassen verschmitzt die Sonne.

 

Valentina Demuro, da Che i fichi nascano rossi (peQuod, 2024)

 

Il dolore che abita

questo silenzio

mette radici

germoglia in case senza finestre

tra le mura cammina uno spettro

o un bambino

forse è una preghiera

.

Il dolore tira dallo sterno

sposta il baricentro

ti guarda camminare

posare le parole

su un altro significato

stelle che allungano la luce

ti toccano e sono già

cadute in un altro buio

 

Der Schmerz

der diese Stille bewohnt

schlägt Wurzeln

sprießt in fensterlosen Häusern

in den Mauern wandelt ein Gespenst

oder ein Kind

vielleicht ist es ein Gebet

.

Der Schmerz zieht vom Brustbein

verschiebt den Schwerpunkt

beobachtet dich beim gehen und

die Worte einer anderen Bedeutung antrauen

Sterne die das Licht ausstrecken

berühren dich und sind schon

in eine andere Dunkelheit gefallen

 

 *


Un altro autunno si fa

vento breve

il cielo si scompiglia

e si rintana

in un seme di tempesta

 

c’è una voce, forse

che mi agita i capelli

o è un ultimo volo di rondine

che mi svuota lo sguardo

 

anche qualcuno, una volta

mi chiamava così

 

Noch ein Herbst wird

Windstoß

der Himmel verwirrt sich

und verbirgt sich

in einem Sturmsamen

 

eine Stimme, vielleicht

bewegt meine Haare

oder es ist ein letzter Schwalbenflug

und leert meinen Blick

 

auch jemand, einst

nannte mich so

 

 *

 

Nessuno mi tocchi o parli

lasciatemi sola

alla pietà della mia terra

al mandorlo che non si può sfiorare

al gelso nero

che sanguina con me.

Tornare daccapo bisogna

per credere possibili altre vie

legare pazientemente la corda

attorno all’innesto su queste macerie

pregare

che la pioggia arrivi

nella giusta stagione

che i fichi nascano rossi

 

Niemand berühre mich oder spreche mit mir

hinterlasst mich

dem Erbarmen meiner Erde

dem Mandelbaum den man nicht streifen darf

der schwarzen Maulbeere

die mit mir blutet.

Von vorne beginnen muss man

um an neue Wege zu glauben

geduldig die Schnur um den Pfropfen

auf diesen Trümmern binden

beten

dass der Regen in der richtigen

Jahreszeit ankomme

dass die Feigen rot sprießen



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