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Immagine del redattoreAlessandra Corbetta

Gli inediti di Penelope Agata Zumbo

Questi testi inediti di Penelope Agata Zumbo mettono la poesia al servizio di una cruciale questione esistenziale, quella legata al passaggio di gender che l'autrice non solo vive in prima persona ma della quale si fa anche testimone generosa e attenta. Due sono gli elementi cardine sui quali i versi si reggono: da un lato la richiesta di ascolto, che pare essere negata se non addirittura impossibile, su cui Zumbo insiste attraverso il riferimento all'orecchio, organo preposto alla funzione uditiva, e all'azione consecutiva del dare importanza alle parole che vengono pronunciate; dall'altro il richiamo costante alla luce, risposta reattiva e oppositiva rispetto al buio al quale il silenzio imposto condannerebbe. La poesia di Zumbo, quindi, contiene già in sé il seme della rinascita, sebbene questa sia costretta a transitare dentro un lungo e sofferto tunnel di dolore descritto, come sovente accade in molta poesia contemporanea, tramite una visione frammentata e reificata del corpo; eppure, a sorprendere, è lo spazio-tempo dove tale ripartenza viene collocata; non un iperuranio astratto né un futuro incerto, bensì in una Sicilia, qui presentata come luogo dell'origine, nella quale la radice non viene rinnegata ma mostrata nel frutto che è diventata, in un dopo che già nel prima era stato coraggiosamente inscritto.



Specchi per translucere


Il silenzio strisciava tra le tue mani sulla mia bocca,

tra le molestie in treno, inciampava

piano sull'occhiolino del passante buio.

 

Questa parola sa di nulla,

l'orecchio non teso è maschio, taci

sale canta, diranno, voce di strega

le urla non le puoi educare, mettere in fila

nessun verso dolce, nemmeno incanto di lira.

 

Il tentativo di addomesticarci è fallito,

fragile silenzio ci macchia, nessun mito

no lacrime a pulire con cenere attenta,

solo parole non rosa, nessuna vetta

parole di luce imprevista, parola vera e sana

di donna cura, ancora.


*


Quando non sono ascoltata, zitta zitta, scivolo

via dalle balene nel mio sterno, li piovono

tra noi gli indecifrati suoni:

celeste parola.

 

Il viaggio delle luci compie in me

circumnavigazioni lente,

solca perimetri, schiude il lume,

essere sola non rimane solo dolore,

la porta di nuovi esoscheletri spalanca,

nuove bucce di noi, da bruciare profumate

all'infinito: così mi ha consigliato una stella.

 

Ogni volta che vengo abbandonata divento

luce.


*

 

Un palpito, il petto tuo, addormentato cresce

lauro adolescente, aneto contro il mare.

 

Il giardino dei bagliori, ha limes sulla bocca

tua

lo stilema d'evasione, atempore tra jeans

epidermide, il sistro della notte

canta

il fianco selenico evapora il rito dolce,

adolescenza transgenere, riposa sull’anca

mia,

la mano cartografa, piano la schiena,

viaggia:

tutte le tue foreste d'alba, cicatrici, inguine,

frammenti d'iride.

 

I corpi viandanti si fanno promesse al buio,

un solo respiro, sapora il cielo.

 

I corpi caduti oscurano, rivestono

la stanza d'ombra quotidiana,

dormi

miracolo compiuto, ti vedo ancora irradiare

a tua insaputa, attendo, coperta di zagara

non dormo, conto,

i tuoi respiri, soli, soli.


*


Disvela frammenta, vedere l'iperreale,

i nomi senza suono, le forme rare

il celato dono, lavanda, niputedda, cardamomo

bambine disperse, lacrime lava cantante,

dalla solitudine allattate, bacio di ramerino,

in questo incanto, nate sole e marittimo pino.

 

La Sicilia è esplosione che trattieni nelle tasche,

ti rimane e rimane incendio d'amuri,

in un teatro friddu, sola tu, bruci.



Penelope Agata Zumbo, Alma Poesia

Penelope Agata Zumbo (Messina 1991) è una poetessa, una studentessa di lettere curricula moderno, una donna transgender, un'anima legata indissolubilmente alla poesia. Fin dall'infanzia la poesia è stata la forma più diretta per la sua comunicazione, il suo scrivere è legato ad una visione mistica della parola, veicolo di potere e fioritura personale aldilà del tempo. Ha scritto sempre in forma privata, profondamente intimistica ispirata da Emily Dickinson, Gaspara Stampa e Saffo. Il rapporto spirituale con la natura, l’affettività e la ricerca di sé, la vita come dono d'amore al mondo sono alcuni dei topos affrontati nei suoi scritti. Le sue poesie per questa raccolta di Alma Poesia, sono la sua prima pubblicazione.

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