Gli inediti di Michela Zanarella
I testi di Michela Zanarella ricollocano al centro uno dei temi cardine della poesia, quello della memoria; in questi versi inediti, infatti, ci si ritrova a ragionare sul tempo passato e sul conseguente sentimento di nostalgia, a partire dal quale, sembra suggerirci l’autrice, occorre rimettere in ordine l’esistenza e ridare forma alle cose. Nei versi di Zanarella la parola si fa clessidra, strumento deputato alla conta degli attimi che passano, delle estati che ci abbandonano e che solo nella rimembranza possono superare le epoche e farsi, di nuovo, sostanza del vivere e riparo dai suoi travagli. Sebbene non avvenga un incontro vero e proprio tra l’io lirico e la sua immagine perduta, Zanarella assegna comunque alla poesia il compito di riscattare l’esistenza dopo l’attraversamento del dolore, attribuendole un ruolo, se non salvifico, certamente consolatorio.
Le care stanze
Il tempo ci darà strada per la memoria
avvertirà il corpo che le estati sono passate altrove
un giorno chiuderemo le intenzioni migliori in uno sguardo
manterranno la postura del sogno gli occhi
ad un tratto ci troveremo chini a visitare la vita già trascorsa
disarmati dalla voce di un silenzio che parla assenza
cercheremo le figure amate l’antica forma delle cose
la luce che possente ha la stessa generosità
di un cielo che non ha confine
e sapremo che le stelle le avevamo nel palmo di una mano
proprio tra le età (le care stanze) che abbiamo conosciuto.
Essere visitati dal ricordo
Essere visitati dal ricordo
e ritrovarsi a pronunciare nevischio
assenze riposte come lenzuola ordinate negli armadi.
Avevo già perdonato il tempo
per essere sceso con la notte a farmi strada nel silenzio
ora fa di nuovo memoria il vento
verrà ancora inverno per le strade
torneranno i gelsomini e la tua voce
una luce tutta nuova diretta verso casa.
Chiudere le ante del tempo
Chiudere le ante del tempo
dare le spalle alla vita
nemmeno un arrivederci all'estate - l'ultima ad occhi aperti.
Non si dovrebbe mai essere pronti a dire addio
fare il salto nella notte più buia
significa togliersi l'anima di dosso
lasciare una parte del corpo sul selciato
e spingere il resto a non tornare.
Rientrare dalle fessure della memoria
un giorno saranno le stelle del lungomare
a sistemare l'assenza
l'unica consolazione possibile riconoscere l'invisibile.
Michela Zanarella è nata a Cittadella (PD) nel 1980. Dal 2007 vive e lavora a Roma. Ha pubblicato quindici libri. Negli Stati Uniti è uscita in edizione inglese la raccolta tradotta da Leanne Hoppe Meditations in the Feminine, edita da Bordighera Press (2018). Giornalista, autrice di libri di narrativa e testi per il teatro, è redattrice di Periodico italiano Magazine e Laici.it. Le sue poesie sono state tradotte in inglese, francese, arabo, spagnolo, rumeno, serbo, greco, portoghese, hindi e giapponese. E’ tra gli otto co-autori del romanzo di Federico Moccia “La ragazza di Roma Nord” edito da SEM.
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