Gli inediti di Federico Morando
Due elementi contraddistinguono questi inediti di Federico Morando: il rimando continuo all’acqua sul piano contenutistico, la ricerca della soluzione rimata e ritmica su quello formale.
Morando colloca il fluire dell’esistenza all’interno della struttura liquida che riempie i fondali, il mare, i fiumi, un bicchiere o la minuscola goccia, come se nel panta rei fosse possibile cogliere il senso ultimo delle cose. In effetti i versi qui proposti possono essere tutti letti in qualità di interrogativi sulla vita, sul perché del nostro abitare il mondo, ai quali Morando, con sottile ironia, cerca di dare una risposta, giustapponendo a elementi del pensiero gesti fattuali, nella consapevolezza che vivere – e scrivere – è sempre un’unione dei due fattori e mai uno squilibrio sterile a favore dell’uno o dell’altro.
Non so dove altro appendere il vissuto. Mi resta questa malinconia di perle che dalla bocca di una conchiglia ripete il canto dei relitti, parla di ciò che c'è oltre il cuore con la sincerità del dispetto. Riempio le tasche di apnea per arrivare a godere della gloria del fondale: i ricordi vanno visti da sotto, il futuro è solamente altro mare. Vivere è affondare.
*
Ancora non controllo
la risalita verso il letto,
mi appendo al battiscopa
sommerso da qualche granello,
non so come saldare il conto
che dal tetto reclama il segnavento:
è la resa del risveglio.
A occhi appena schiusi, non noto
il mostro nel sedimento.
Quel che rimane è un morso,
l'attimo amaro prima del sorso,
lo spazio di un cerchio,
il fondo di tazza in cui leggere il vuoto;
a mano aperta controllare il tratto,
lì dove la pelle s'interrompe
senza motivo apparente.
*
Se si potesse arrestare la corsa, fermarsi al centro del fiume, osservare la realtà per come si presenta, senza influenze, senza affluenze di sensi, e infine capire la natura delle cose, sfiorarla, e viversi ora, come goccia che evapora e svanisce; e in tutto questo posare il bagaglio: l'amore è sempiterno o solo abbaglio?
Federico Morando è un attore e scrittore diplomato alla Torino Musical Academy. Ancora adolescente frequenta corsi di scrittura creativa e narrativa presso la Locanda delle Idee con Eugenio Pintore, specializzandosi in seguito in poesia e songwriting alla Scuola Holden con Alessandra Racca e Federico Sirianni. Nell’agosto del 2017, grazie al progetto editoriale Libereria, pubblica la raccolta di poesie L’Atlante dei Silenzi, recensita da Aldo Sisto sulla rivista Le Muse e citata nella silloge Poesie per Due Età (Poesia Attiva). Altri componimenti sono riportati su Parole di Legami, Poeti der Trullo, Il Visionario e Bibbia d’Asfalto, e pubblicati sulla rivista 22Pensieri (Chance Edizioni). Nel novembre del 2018 il racconto Bianco è selezionato per la raccolta Torinesi Per Sempre (Edizioni della Sera). A Bologna è ammesso al corso di Alta Formazione per Perfomers presso la Bernstein School of Musical Theatre. Dal 2019 cerca di fare della recitazione un mestiere, calcando il palco in occasione di spettacoli di prosa e musical.
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