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  • Immagine del redattoreAlessandra Corbetta

Gli inediti di Alessia Lombardi

Gli inediti di Alessia Lombardi riescono a creare, attraverso la scelta di un verso breve e interrotto, immagini vivide e contigue, come se una macchina da presa non staccasse mai il suo occhio vigile da ciò che accade fuori e anche dentro. Lombardi costruisce la sua poesia tra la percezione esperienziale fornita dal corpo, grande protagonista di questi testi, e il significato rituale associabile a taluni gesti; a unire il tocco aptico alla sfera semantica di riferimento è la parola, capace come un collante di riassemblare i frammenti, di rimettere insieme i pezzi. In effetti si riscontra in queste poesie la necessità di ritornare all’intero, di fare vivere la continuità anche laddove il tempo e le sue incessanti interruzioni rendono difficoltoso il processo. Lombardi non ha timore di dire come vorrebbe le cose fossero, non nasconde la sua paura di dovere lasciare andare: per questo trattiene, con un atto di creazione autentico e coraggioso, presentato al lettore come una spoliazione sacra, alla quale occorre accostarsi con rispetto e devozione.



Da ragazzina a Napoli mi guardavano

le gambe

il sole

dei quartieri spagnoli

i panni in strada

bruciati dall’inverno.

Poi il sangue

di San Gennaro non si sciolse:

presagio

qualcuno che mi insidia

può esserci

di peggio di questa casa

senza dimora che ancora

non esiste non tua

forse il graffio

dei tuoi occhi mare rapido

di traverso i finestrini.


*


Hai un modo strano

di accarezzare, come si spazza

a terra la cenere l’ultimo

dell’anno

si toglie il sale

impolverato dalle ostriche.

Sembra quasi che asciughi

i giorni, da me,

i mesi di un’altra

visita lontana

le mani nude

entravano nella biancheria

fin dove l’edera risale

il tempo

all’origine.


*


Non conoscevo ancora i tuoi peli

del petto

nudo

sacro come una cappella

in fondo al vicolo ti bacio

fino alle ginocchia


a che pensi

quando mi guardi puoi dirmi

quello che vuoi è gratis


a casa dicono

sono come un uccellino

mangio poco

non disturbo

canto sempre


sono fortunato

è il sei gennaio

farai settanta chilometri

per tornare io trenta

in treno ho sperato

che la porta si chiudesse

con te dentro

non vivrò

oltre i ventisette

anni sii libero

anche per me.


*


Continuerò ad aspettare. Tutto

è quasi a metà. La domenica

ha di nuovo il sole

tra le gambe

un fischio

si interrompe alla stazione


vicina

posso essere vicina

a te

anche da dove non si vede

il mare senza le pietre

del Miletto alla finestra:

le case

che fioriscono

sono sempre spente

rischiarate con poco

dal frigorifero che ronza

di notte

nient’altro.


*


Chiederò al Signore di rinascere

pianta di limone sul terrazzo

di casa tua. Per parlare

con te della vita e della morte

della strada scavata

dal tuo corpo della giovinezza

che non ho mai avuto


insegnami

con le mani stavolta

a non appassire.


Alessia Lombardi è nata il 20 maggio 1996 a Pontecorvo (FR) ma risiede a San Giovanni Incarico. Laureata in Filologia della Letteratura italiana presso l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, ha iniziato a scrivere nel 2003. Nel 2014 è stata insignita del 41° premio «La Ciociara» per la Poesia, nel 2017 del 29° premio «Fratellanza nel Mondo». Nel 2016 è stata semifinalista al concorso «CET – Scuola per Autori di Mogol»; nel giugno 2020 è tra i cinque finalisti della prima edizione del concorso nazionale di poesia «Villa delle Ginestre». È critico musicale e live-reporter per il blog «Lo Zibaldone» ed il mensile on-line «Vita Ciociara», leopardista e cantautrice (sotto lo pseudonimo di Crow J).



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