top of page
Facebook Cover Photo.png
  • Immagine del redattoreAlessandra Corbetta

Ariel LericiPea Giovani: il festival

Alma Poesia, in qualità di promotrice della poesia dei più giovani, supporta il Festival Ariel LericiPea Giovani, proponendo alcuni testi dei poeti e delle poete che saranno presenti alla manifestazione di ques'anno.


Di seguito tutti i dettagli dell'evento.


Festival Ariel Lerici Pea Alma Poesia

Il prossimo 14, 15 e 16 luglio si terrà a Lerici, perla del Golfo dei Poeti, la seconda edizione del Festival “Ariel - LericiPea Giovani”, organizzato dall’Associazione Premio LericiPea Golfo dei Poeti insieme al Comune di Lerici e ai propri partner Sanlorenzo e Fondazione Carispezia. Quest’anno, grazie al prezioso supporto anche di Autorità Portuale di La Spezia, ad “accompagnare” le voci dei giovani poeti, per le due serate che si svolgeranno in Rotonda Vassallo a Lerici, il gruppo musicale Magasin Du Cafè, una delle realtà più affermate nel panorama della World Music a livello europeo, per l’unicità delle sonorità, a tratti “ipnotiche” e per il messaggio di “omaggio” e attenzione al Mediterraneo e alle fragilità dell'ecosistema marino.

I Seminari di studio e la conduzione, è affidata ai curatori per la parte poetica, Giuseppe Conte e Davide Rondoni, coadiuvati nelle serate dal direttore artistico del festival, Lucilla Del Santo.

Protagonisti i 12 Giovani under 35 selezionati dai curatori, che conosceremo attraverso le loro poesie e le interviste della giornalista Luisa Cozzi e di Alessandra Corbetta.

Significativi anche i momenti che l’Ass.ne LericiPea ha voluto dedicare a due questioni di grande attualità: il venerdì 14 luglio il corner dedicato all'Iran, con il messaggio e le Poesie di Elham Hamedi da “Un colpo alla testa era uno zaqboor”, e il sabato 15 luglio quello ucraino-russo, in cui verranno lettere le poesie della giovane Ljudmyla Djadčenko (Premio Internazionale Ceppo Poesia 2023) da “La fobia dei numeri” e di Ol’ga Sedakova (Premio LericiPea “alla Carriera” 2020) da “Solo nel fuoco si semina il fuoco”.


L’inizio dei lavori venerdì 14 luglio alle 15.30 al Castello di Lerici - Sala Conferenze; alle 17.00 il primo Seminario tenuto da Giuseppe Conte. Tutte le attività di studio in programma saranno anche in streaming sulla Pagina Facebook di Lerici Coast, gratuite ed aperte al pubblico, così come i 2 spettacoli serali (14 e 15 Luglio) che si svolgeranno in Rotonda Vassallo a Lerici, a partire dalle ore 21.30 in cui, oltre alle voci poetiche dei Giovani e dei Curatori, ascolteremo anche quelle dei tutor invitati per l’edizione di quest’anno: Riccardo Olivieri, Federico Italiano e Claudio Pozzani.



Non farti polvere - non ancora fermati qui dove scende il buio finché terra e cielo non sono uno il mondo suona d’indaco la sera.


Lascia che l’istante passi e si consumi che il confine si perda in un abbraccio e che il ritmo scorrendo indifferente ci separi dalla carne il cuore - lontano.


Martina Capezzuto



Ricordi, mamma, leggevi la storia di Rosarossa e Rosabianca della vedova con un giardino e due rosai simili a due bambine come noi.


Io ero la rossa, vivace, Chiara la bianca, la mite.


Starò sempre con te anche da grande era la loro promessa quando l’orso tornava al tramonto a giocare nella sua casa.


L’orso era un principe buono, sposava una di noi.


Veronica Colombo



Poesie, tratte dalla raccolta Imparare a vivere, edita da Homo Scrivens


Preghiera al dio degli artisti


Benedici gli artisti

e la loro sofferenza,

abbi cura delle loro

ali fragili

come angeli imbrigliati

sulla terra,

guardane il fondo

degli occhi

con benevolenza,

schermane i sogni

dalle pietre,


fa' che accolgano

inquietudine e follia

come un dono

che li ispiri nel mistero,

guidane i passi

a un porto sicuro,

eterna il loro nome

scampandoli al silenzio,


e dirada ogni giorno la nebbia,

dio degli artisti

che cercano amore,

dalle tue mani chiare

nasca una limpida carezza,

si apra un affaccio

di luce infinita

sulla Bellezza.


Isabella Esposito


Andrea


L’anello è finito

l’orefice recupera ogni traccia d’oro.

Non un granello di polvere

fu lasciato indietro:

così la creazione.


Poi l’ictus, la paralisi

ora solo i resti

sono quello che sono.


Chi è questo corpo spezzato?

Se la solitudine potesse uccidermi

ma cerco ancora

un dettaglio taciuto:

sono l’uomo morto

che desidera morire.


Stefano Lanzi




Sembra quasi viva quella sete

nella tua morte mi esplode l’amore

incominciami un po’ male un po’

come primi storti ordini strani guarda

quanto sei bella deceduta sola

con quel barattolo fermo con la vita dentro

a saltare nell’erba bruciata

con le mosche da imbalsamare

e il miele per tingere le ali

stanche le ali dove

come i bambini strani la plastica

dentro a saltare nell’erba bruciata

forse è la vita da imbalsamare

e quell’attimo per finire tutto

come tutto si è cominciato

come bambini strani la plastica.


Ruben Londero




Lo sguardo impenetrabile

che hanno gli animali

quando mi chiedete un sorriso

e ritorno nella terra conosciuta.

Io e le mie bestie

ci muoviamo insieme,

vi attraversiamo come fiumi

è la vostra corrente che travolge

ma qual è l'inizio esatto, la sorgente

spaccata fra le rocce,

il ghiacciaio che canta alla durata?

Risalire tutto quello che trascina

è il moto più accanito dell'amore.


Ivonne Mussoni




Da Il paesaggio nuovo, sezione Paesaggi


III

sto salendo sulla collina quella con il pino in cima che si vede da lontano ad un tratto un’antenna

ed un’altra spuntano dal terreno metalliche e si innalzano a captare i segnali a ricevere le preghiere disperate degli uomini il mio sentimento è come di un’aria pesticida che si irradia per suoni

concentrici e le antenne sono sacre inviolabili totem della comunicazione a loro va il coro a bocca chiusa di noi imbalsamati nella vita che ci sembra sempre un’altra cosa


Michele Donati


Il capodoglio


Prima di dire una parola

Ho bisogno di molto scavare,

Di molto cavare

Da me, tutto il mio odio.


Non amo stare in superficie.

Il pesce sul pelo dell’acqua

Muore, ogni mattina.


Io sono il grasso capodoglio.

Voglio gli abissi

E niente altro. Starmene per ore

Giù, col peso dei quintali sotto i maestrali

A godermi la mareggiata.

Io voglio la bracciata sotterranea,

La cantata delle alte maree.


Voglio sprofondare

Nel canto dove il caldo

Ventre del mare abbraccia suo figlio

Prediletto, l’eletto


Re. L’inabissato.


Gabriele Guzzi







Il nido dei gruccioni


Io sono appartenuta a questi luoghi

che poi ho abbandonato


Era

il candido manto delle nubi

sopra di te

e il maggio di voci

nel celeste darsi degli spazi aerei,

nei frammenti di cuore

che avevi lasciato sul portico

dei glicini.


Luce di vero-

ti minaccia la semplicità del canto


nelle primavere di loro vite,

si dà nella distesa erbosa,

nella gioia del volo


di uccelli migratori-

danzanti estati dei padri


e dei padri dei loro padri,

ma di lassù

incombe il noncolore

e cela i suoni di festa

come una madre gelosa

i figli.

Tu vaghi tra i ruderi

aprendo

vuote porte.


Lucrezia Lombardo




Con gli occhi gialli

di Garous Abdolmalekian


Con gli occhi gialli

l’autunno era seduto in veranda

e io pensavo a quei vecchi uccelli

che ormai più nessuna migrazione

avrebbe allontanato dalla morte

pensavo a noi

pochi gradini

nello spazio di due pianerottoli

pensavo al battito del mio polso

ticchettio di bomba

ignaro dell’attimo di esplosione.

L’autunno è seduto in veranda

e io penso alle mani della terra

che anche se volessero coprire tutti i cadaveri

vedrebbero comunque spuntare tra le dita

il campo di grano dei tuoi capelli.


*


Dimentica

la mitragliatrice

la morte

e pensa al destino dell’ape

che in mezzo alla piazza minata

cerca il ramo di un fiore.


Francesco Occhetto




Euridice

Sospiri tra i papaveri, solingo Tono nel portico oscuro… Ma a volte Un sorriso, se penso al perso riso Di secoli trascorsi, e le vedute Cose, delizie nei passanti, forme Così contorte e snelle, gentilezza Che fa sembrare strano il generoso, Ché forse più conviene un’altra faccia Siccome Orfeo, da Menadi ucciso, Fu smembrato, ma sopravvisse pure Quel suo visetto efebico, da infante, Sebbene prima venne qui nell’Ade Cercando di raccogliermi dal nero, E seppe far pur piangere Plutone Dicendo dell’amore che mi vuole, E tutti, a me, soggiunsero: «Attenzione, Se guardi il cupo potrai sortire», Eppure ebbi l’ardire di scrutare La luce ed Ade mi poté ghermire – La verità che dice l’intenzione Mi porta a confessare che sto bene Qui pure, bellamente, nel dolore: V’è come dolce, tenero sentire Questo vuoto che dà sospirazione.


Paolo Pera



A Elena


Se provassi a infilarti in un foglio di carta

saresti semplice

mente infinita

una legge spezzata una figlia futura

fuori dai cant

ieri della grammatica

al di là dei limiti della, punteggiatura

saresti la ricerca di un completa

mento, di un un complemento

di specificazione

una poesia che non finisce

perché un tempo finiva

sprofondando

nella più pura e calpestata intenzione

e rinascere pulita

una frase interminabilmente

piena di coordinate

e nessuna avversativa.


Marco Tassistro



Post recenti

Mostra tutti
bottom of page