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Immagine del redattoreAlessandra Corbetta

Anteprima editoriale: "Prossimo e remoto" di Eleonora Rimolo

Proponiamo alcune poesie tratte dalla nuova raccolta di Eleonora Rimolo Prossimo e remoto (peQuod, 2022), con uscita ufficiale prevista per il 20 gennaio.


La prefazione è a cura di Milo De Angelis.



Sono entrata senza più domande

in questa camera d’albergo e tu non c’eri:

un corpo semplice abitava nel letto,

un gesso che non sapeva niente

del nostro addio, della disperazione

del vecchio fermo al centro della strada

coi gomiti rossi, le scarpe lacere di distanze.

Il nostro è un desiderio indigeno,

uno scucirsi dall’altro subito dopo il rammendo

della tela: per questo mi sono subito arresa

oscurando tutto, mi sono lanciata come un dado

nella forma muta del cuscino.


*


I frutti nel campo scossi dal rovescio,

il melograno scavato della polpa rubina:

adesso tutto è carestia, le grandi gocce

scivolano in cucina senza disturbare

mentre si scollano le ante, i cassetti,

i pomelli, gli orologi dal muro,

si riduce l’azione. Le ore spente

come il faro orientale galleggiano

portando alla foce i detriti dell’argine

che conteneva il ricordo, dolce difesa

passiva adesso percossa, sciupata.


*


È certo che le parole cambino i tuoi movimenti,

dicano al corpo quanto piovere, come scavare,

chi accogliere sulla soglia quando la testa si chiude

a uovo e ribolle dentro il suo nucleo di ferro.

Tra i rami della mente oggi malizia. Una sola

goccia si arrende alle foglie, le scivola in punta,

trattiene forte l’inevitabile cascata: sei tu

che ancora muori per un padre, in un’estate

tardissima e piovosa simile alle corse feroci

dopo la discesa nei campi, deciso negli occhi

a partire, noi ginocchia piegate, sudate, a salutare.


*


Chi lo sa come diventa pure la dura pietra

dopo questi millenni che ci aspettano,

se di polvere o roccia sarà il suo cuore,

umano o divino. Cara e bella adesso

la sua superficie, tutta liscia, quasi

perfetta. A volte dimentico i nomi

ma lo giuro io vi amo, vi amo più

di quanto una donna possa amare

il suo uomo, vi sento come il taglio

involontario del coltello tra le falangi

e non posso dimenticarvi bambini

miei, e non so fermare il tempo.

La simmetria mi disturba,

l’entropia misura il disordine.


Eleonora Rimolo (Salerno, 1991) è Assegnista di Ricerca in Letteratura Italiana presso l’Università di Salerno. In poesia ha pubblicato: La resa dei giorni (Alter Ego, 2015 – Premio Giovani Europa in Versi), Temeraria gioia (Ladolfi, 2017 – Premio Pascoli “L’ora di Barga”, Premio Civetta di Minerva) e La terra originale (Pordenonelegge-Lietocolle, 2018 – Premio Achille Marazza, Premio “I poeti di vent’anni. Premio Pordenonelegge Poesia”, Premio Minturnae). Con Giovanni Ibello ha curato Abitare la parola. Poeti nati negli anni ‘90 (Ladolfi 2019). Dirige la sezione online della rivista Atelier e le Collane di poesia Letture Meridiane ed Aeclanum per la Delta3 edizioni.


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