Anteprima editoriale: "Prossimo e remoto" di Eleonora Rimolo
Proponiamo alcune poesie tratte dalla nuova raccolta di Eleonora Rimolo Prossimo e remoto (peQuod, 2022), con uscita ufficiale prevista per il 20 gennaio.
La prefazione è a cura di Milo De Angelis.
Sono entrata senza più domande
in questa camera d’albergo e tu non c’eri:
un corpo semplice abitava nel letto,
un gesso che non sapeva niente
del nostro addio, della disperazione
del vecchio fermo al centro della strada
coi gomiti rossi, le scarpe lacere di distanze.
Il nostro è un desiderio indigeno,
uno scucirsi dall’altro subito dopo il rammendo
della tela: per questo mi sono subito arresa
oscurando tutto, mi sono lanciata come un dado
nella forma muta del cuscino.
*
I frutti nel campo scossi dal rovescio,
il melograno scavato della polpa rubina:
adesso tutto è carestia, le grandi gocce
scivolano in cucina senza disturbare
mentre si scollano le ante, i cassetti,
i pomelli, gli orologi dal muro,
si riduce l’azione. Le ore spente
come il faro orientale galleggiano
portando alla foce i detriti dell’argine
che conteneva il ricordo, dolce difesa
passiva adesso percossa, sciupata.
*
È certo che le parole cambino i tuoi movimenti,
dicano al corpo quanto piovere, come scavare,
chi accogliere sulla soglia quando la testa si chiude
a uovo e ribolle dentro il suo nucleo di ferro.
Tra i rami della mente oggi malizia. Una sola
goccia si arrende alle foglie, le scivola in punta,
trattiene forte l’inevitabile cascata: sei tu
che ancora muori per un padre, in un’estate
tardissima e piovosa simile alle corse feroci
dopo la discesa nei campi, deciso negli occhi
a partire, noi ginocchia piegate, sudate, a salutare.
*
Chi lo sa come diventa pure la dura pietra
dopo questi millenni che ci aspettano,
se di polvere o roccia sarà il suo cuore,
umano o divino. Cara e bella adesso
la sua superficie, tutta liscia, quasi
perfetta. A volte dimentico i nomi
ma lo giuro io vi amo, vi amo più
di quanto una donna possa amare
il suo uomo, vi sento come il taglio
involontario del coltello tra le falangi
e non posso dimenticarvi bambini
miei, e non so fermare il tempo.
La simmetria mi disturba,
l’entropia misura il disordine.
Eleonora Rimolo (Salerno, 1991) è Assegnista di Ricerca in Letteratura Italiana presso l’Università di Salerno. In poesia ha pubblicato: La resa dei giorni (Alter Ego, 2015 – Premio Giovani Europa in Versi), Temeraria gioia (Ladolfi, 2017 – Premio Pascoli “L’ora di Barga”, Premio Civetta di Minerva) e La terra originale (Pordenonelegge-Lietocolle, 2018 – Premio Achille Marazza, Premio “I poeti di vent’anni. Premio Pordenonelegge Poesia”, Premio Minturnae). Con Giovanni Ibello ha curato Abitare la parola. Poeti nati negli anni ‘90 (Ladolfi 2019). Dirige la sezione online della rivista Atelier e le Collane di poesia Letture Meridiane ed Aeclanum per la Delta3 edizioni.
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