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  • Immagine del redattoreValentina Demuro

Nota di lettura a "Nada más" di Barbara Herzog

Nada Más di Barbara Herzog (Puntoacapo Editrice 2021) è da considerarsi, a tutti gli effetti, una dichiarazione di esistenza, esternata con pieno diritto e desiderio di vita. Ci troviamo coinvolti in un percorso di sensi e di esperienze (come indicato dalle sezioni: Vedere, Annusare, Intuire, Toccare, Assaporare) che non si esauriscono mai nell’atto della loro manifestazione, bensì implicano un’interiorizzazione, un godimento e un gioirne. Fanno un’eco interna che splende all’esterno.

Questo permette all’autrice di cogliersi pienamente, conoscersi e riconoscersi in tutte le proprie peculiarità con l’urgenza che la pulsione stessa della vita esige. Urgenza è, infatti, una parola che ricorre spesso, declinata in diverse accezioni, ma che non diventa mai volgare e non eccede in sbavature; è l’atto silenzioso e potentissimo dello sbocciare dei fiori, immagine che, forse non a caso, è proprio una delle ultime che chiude la raccolta : «senza rumore / brusio di api /stormi di uccelli / fiori che si aprono / non occorre apparire / nell’avvolgere / con mano delicata / il creato»

La volontà di esistenza nelle sue molteplici sfaccettature è data anche dalla scelta – ma potremmo indicarla tranquillamente come una necessità – di esprimersi in più lingue, anche contemporaneamente in un unico testo, proprio per sopperire alla mancanza di parole e strumenti linguistici che talvolta un singolo idioma non riesce a fornire.

Tra tutti gli elementi toccati e attraversati, il sentimento principe che permea la raccolta è sicuramente quello dell’amore, la parola con la “A”, questo sentimento che quasi non si può pronunciare per la pluralità dei significati con cui si manifesta. Infatti, l’autrice tocca e attraversa con il corpo e l’anima forme di amore sensualissimo, romantico, dolcissimo, giocato attraverso figure del mondo vegetale o animale, come quella delicata e bellissima del colibrì.

Ma c’è grande spazio anche per un’accezione amicale. Il verso «io sono possibile» ha una particolare intensità, poiché mostra come per mezzo di uno sguardo amico si possa cogliere una luce in noi, un’antica e nuova consapevolezza. Ciò dimostra come il riconoscimento e l’affermazione della propria identità siano possibili, oltre che tramite uno scandaglio interiore, anche attraverso l’esperienza della vicinanza fisica e intellettuale con l’amico, un contatto tra cuori diversi in modo diverso che permetta un arricchimento comune.

Il messaggio contenuto nella silloge, dunque, abbraccia tutti questi significati e si muove come un grido gentile ma acceso che parte dalla voce di Herzog e si amplia al collettivo: che la vita sia sempre e solo piena vita, e nada más (nient’altro).


Sei una creatura

di lingue e corpi

yo soy uno de tus exploradores

explorador de un territorio

que no acaba

sconfinata di desiderio

di quell’oltre fatto di sonorità

roche elucubrazioni

in addomesticabili

polpastrelli quasi

timidi

tastano incontrano

materia fragile

che dirige

ogni moto


*


Pulso di gioia

letta nel corpo

delle parole

con un tuffo

ad ogni dettaglio

riconosciuto

io sono possibile

spazzo il pavimento

del dovrei aspirare

pianto i piedi

su terra battuta

la mia

condivisa amata

carezza

come il bacio

morbido di una sorella

che ti guarda dentro

oltre il previsto

ti accoglie

culla

innalza


Per Elizabeth Grech

*


E all’improvviso

la tua bocca tanto lontana

sta inspirando il mio sapore

fame tanto ampia

mi fai apparire

sulla tua pelle

annaspo non sapendo

dove sono afferrata

le tue braccia e gambe

denti che assicurano

non esiste fuga ora

nessuna delle mie fantasticherie

riesce ad essere così

bruscamente fisica

sono dall’altra parte

del globo

ma nessuno farà in tempo

ad accorgersene


Si è trasferita ventenne dalla Svizzera in Italia, dove si è laureata con una tesi in letteratura africana. È traduttrice ed interprete tra italiano, inglese, tedesco e francese; scrittrice di poesie, racconti, recensioni, articoli e sostenitrice dei diritti umani. Ha pubblicato le seguenti raccolte di poesie: Se non nel silenzio (L’arcolaio 2015, con prefazione di Francesca Serragnoli) e Sopravvento (Raffaelli 2012, con prefazione di Davide Rondoni). Ha inoltre tradotto dallo svizzerotedesco Qualcuno ha scambiato le mie ossa di Ursula Hohler (Capire 2020). Ha partecipato a vari convegni, rassegne e presentazioni di poesia tra cui Infinito 200 all’Accademia Mondiale della Poesia a Verona ed è stata citata in diverse antologie (tra le quali In My Secret Life, Mirada de Pájaro Editores, Bogotá) e in rete (per esempio sul blog di poesia di Luigia Sorrentino, Rai News).



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