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  • Immagine del redattoreValentina Demuro

Nota di lettura a "Foglie altrove" di Michele Paoletti

Divisa in quattro sezioni narrative (Foglie altrove, Un inverno tardivo, La luce nei cortili, Seme che sorge), la raccolta Foglie Altrove di Michele Paoletti, edita da Arcipelago Itaca, anno 2020, scandisce le stagioni del sentire e ci porta in una dimensione in evoluzione. Si passa dal dubbio autunnale, stagione di limbo che, come tutte le cose in bilico sul divenire, ancora non accade completamente («Stiamo alla catena dei giorni senza peso/ Intorno il vento odora di abbandono»), all’inverno riflessivo in cui si soppesano le vicende («mi resta un pugno/ di fiori secchi nel cassetto/ e un gelo piantato a fondo nelle ossa») e si approda, infine, al recupero della luce, all’età adulta che ancora dialoga con l’infanzia, con ciò che è rimasto indietro, poiché «Dalle finestre si guarda solo avanti».

Infatti, nel futuro si ha cura dello spazio del ricordo, anche se potentissima è l’esigenza della vita («La rosa era un punto dentro il mondo/ vita insaziabile che chiedeva vita ancora»). Nella poesia di Paoletti, quindi, non ci si muove solo sulla linea retta del tempo, ma anche su quella interiore che curva, sosta, torna a guardare indietro e ritorna ancora, in un nuovo seme, un Seme che sorge, appunto. A mio parere, l’ultima sezione è la più intensa, come se ci fosse una piena consapevolezza ontologica, del cuore, della poesia stessa che, di questo viaggio d’esistenza, racconta cosa l’uomo-poeta ha portato con sé, cosa ha perso o riscoperto nella benedizione della luce della vita.

La natura qui è esplicita nella sua manifestazione, ma non entra in empatia con il bene o il male dell’autore, è una cornice efficace che comunque non rimane ai bordi, si ramifica e intreccia col vivere del poeta («Le cose ci stanno addosso/ come quegli aghi e premono/ per farsi spazio senza chiedere/ si lasciano ingoiare,/ sedimentano.») Come ricorda Maria Grazia Calandrone nella prefazione, «Paoletti dice che impagina silenzi, prova e prova a tradurre sulla pagina il nucleo silenzioso delle cose e del mondo Gli elementi da cui si attinge, infatti, (alcuni ricorrenti, come ombre, muri, ossa stecche, in particolare, in La luce dei cortili) declinano la percezione delle cose e aprono un’eco che porta su un altro piano, guarda ad altro o, come indica il titolo, Altrove.



Ogni grido che regali al mondo

tintinna tra i cucchiai lasciati in giro,

le pentole piccine, il campanello

trovato chissà dove.

Rimetteremo a posto un po’ più tardi

ora rimango a scorrerti vicino

pieno del tuo stare fermo nella stanza

in un punto esatto che non cede.


*


Ci credi quando dico

che le parole avevano un odore

anche se non le capivo anche se

restavano appese, capovolte.

La lingua era quella della nuca

poggiata nel cavo della mano,

del pugno che scattava intorno al dito.

Non sapevi nulla e già mi conoscevi

per intero.


*


Ho sciolto un po’ di sangue dentro il tuo

e sentivo risuonare la voce di Domenica

mentre rammendava le calze

con l’orecchio teso oltre la porta,

le dita di Graziano affaccendate,

Margherita dai capelli intrecciati,

padri vedove madri figli di secondo letto.

Poi nomi conosciuti solo dalla pietra

e dalle strade livide di una città di mare

nomi pronunciati da altri nomi,

affogati nel grigio delle foto.

Ti affido anche il nome di mio padre

perché non riesco a pronunciarlo

senza sentire tutto il mare addosso.

E nella tua voce questo coro si spande,

una luce che non dice dove andare

ma benedice il nostro stare fermi

nel tempo a braccia tese

a chiederne ancora.


Michele Paoletti (17 Luglio 1982) è nato e vive a Piombino (LI). Si è laureato in Statistica per l’economia presso l’Università degli Studi di Pisa e si occupa di teatro, per passione, da sempre. Ha pubblicato le raccolte Foglie altrove (Arcipelago Itaca 2020), Breve inventario di un’assenza (Samuele Editore 2017) e Come fosse giovedì (puntoacapo Editrice 2015). Una selezione di testi tratti dal volume Foglie altrove sono apparsi nel n. 56 - Autunno 2019 della rivista “Gradiva” (in Semina lumina - La giovane poesia italiana a cura di Giancarlo Pontiggia, Leo S. Olschki Editore). Collabora con siti e blog letterari e coordina l’associazione culturale “Assaggialibri” che organizza eventi e presentazioni di libri.

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