Nota di lettura a "Foglia e Radice" di Ilaria Amodio
Foglia e Radice (peQuod,2023) è la raccolta poetica di esordio di Ilaria Amodio. La silloge si compone di tre sezioni, per un totale di trentotto componimenti. Il tema principale è il richiamo alle radici, accompagnato dall’ancestrale bisogno di risposte e di conoscenza. Amodio percorre, nel ritmato incedere dei suoi versi, un viaggio evocativo, attraverso luoghi fisici, volti e voci: «Il dolore del mondo / tocca la nostra casa / e a noi spalancare le finestre / perché partecipi della rovina / quando il sole precipita / e dalla terra l’urlo randagio: / – possiamo ricucire una ferita? –».
L’autrice si serve di un linguaggio comune a tutti gli esseri viventi: il dolore, che sia per la perdita di una persona cara o lo staccarsi della foglia dal ramo durante la stagione della morte; tale esperienza conduce all’incontro con sé stessi, raggiungendo memorie sempiterne. Qui foglia e radice diventano spiritualmente rappresentazione della sensibilità, squarcio dell’interiorità e delle idee di Amodio. È veicolare al lettore che tutto si compie secondo un ciclo eppure, come dice Clery Celeste nella prefazione al testo, «la mappatura delle radici non si costringe a un luogo perimetrato, specifico e chiuso, ma spazia tra stati diversi, i confini assumono il carattere dei banchi di nebbia, si spostano esattamente come noi ci muoviamo.».
Sempre mi porto questo lungo grido
di terre abbandonate, remote
al di là dei mari che separano
vite, contrade e tempi perduti
sempre mi porto questo lungo canto
le radici sepolte nel silenzio
spalancano zolle dimenticate
se crepuscoli solcano i cieli
e la terra si tinge d’ombra
e meraviglia, scavando nel dolore
*
La casa si fa ombra
molte le impronte sulla neve
e non trovare volto al ricordo
ogni cosa si mescola nel bianco
quadri appesi ai muri
bicchieri scheggiati
una carezza, l’attesa.
Ma domani è avverbio incerto,
domani –
e la perdita si tinge d’impronta
foglia e radice da abitare
oltre l’ombra incurante e spoglia
che lega e separa la terra
*
Tutto si riduce
a un frammento di passi
un grido remoto ormeggia
nei nostri volti,
odori e suoni solcano la pelle
lo sguardo di chi ancora non sa
che il viaggio ti spoglia
e riveste la gioia e la rovina
del mondo
*
E mi trafigge il tuo silenzio
che dice e non dice
dei cocci sparsi in terra
– voci taglienti, rischiose
l’eco della vita
che non abbiamo vissuto
Scegliere è un privilegio,
e una condanna allo stesso tempo
mai sapremo l’esistenza scartata
ma avvertiremo l’onda
del fiume che scorre parallelo
e che attraversa ad ogni foce
Ilaria Amodio è nata l'8 febbraio 1994 a Milano. Vive nell'entroterra di Rimini dall’età di nove anni. Laureata in Lingue e Letterature Straniere all’università di Bologna, nel 2017 è finalista al 15° Premio Nazionale Biennale di Poesia Agostino Venanzio Reali per la sezione giovani. Nel 2019 è vincitrice del Premio Nazionale di Poesia E. Cantone riservato ai giovani e vincitrice del Premio di Poesia Vita alla Vita under 30. Suoi testi sono apparsi su “Atelier Poesia online”, “Laboratori Poesia”, “Poeti Oggi”. Foglia e Radice è la sua opera prima.
Comentários