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  • Immagine del redattoreFrancesco Castronovo

"I Fumetti di Alma" (IV Appuntamento)

La poesia e il segno: quando i versi incontrano i fumetti


Brevi appunti sulla poesia di Silvia Vecchini in Dove c'è più luce di Sualzo


Dove c'è più luce è una graphic novel scritta da Sualzo (di cui è possibile leggere un'intervista qui https://www.lospaziobianco.it/memoria-libri-piante-e-musica-intervista-a-sualzo/ ) e pubblicata da Tunué nel 2023. Il fumetto racconta la storia di Voynich, librario antiquario, abbandonato dalla moglie che lo ha dimenticato per effetto di un'amnesia e che passa le giornate nella rabbia e nel dolore, sentimenti ai quali reagisce trattando il prossimo con cinismo e freddezza, risparmiando soltanto l'anziana commessa del proprio negozio e il nipotino (per una recensione più approfondita vedi https://www.lospaziobianco.it/dove-ce-piu-luce-vivere-e-ancora-lunico-rimedio-che-abbiamo-per-non-morire/ ). Una particolarità del fumetto è rappresentata dal ruolo della poesia, tutt'altro che marginale. Per avere un'idea dell'importanza che i versi assumono nella vicenda, dobbiamo violare l'ordine di lettura del volume e andare direttamente alla fine del libro, alle note conclusive, dove l'autore fornisce alcune informazioni sul proprio lavoro: apprendiamo che l'opera fonda la propria genesi sulle riflessioni di Umberto Eco relativamente al rapporto fra memoria e libri, che tutte le pagine risuonano della musica di Paolo Conte e che la poesia di pagina 67 (da una mail scambiato con Sualzo ho appreso che l'indicazione di pag. 71 presente nel testo è errata) è della poetessa Silvia Vecchini, anzi, "ovviamente di Silvia Vecchini".In primo luogo, vorrei soffermarmi sull'indicazione musicale: che le mute pagine risuonino di un sottofondo contiano è una dichiarazione paradossale e, direi, anche scorretta: perché me lo stai dicendo alla fine? Ora devo rileggere il libro prestando anche il mio orecchio a cogliere note di cui non ho avuto nessuna traccia! Ma, scherzi a parte, la notizia è in realtà latrice di un rinnovato interesse con cui riaffrontare il testo: bisognerà partire dalle atmosfere figurative, da certe scene e da certi dialoghi, per risalire a brani e note del cantautore di Asti. La dichiarazione, quindi, diventa spinta per una nuova lettura delle vicende del brusco antiquario. Arriviamo a focalizzarci sull'altra dichiarazione: la poesia di Silvia Vecchini. Sualzo continua a rimetterci in discussione: ora devo correre a pagina 67 e rileggere quelle vignette con occhio e disposizione nuovi. Ora cerco la poesia dove prima avevo visto un testo, certamente notevole e particolarmente lirico, ma che non avevo letto con la giusta consapevolezza. Provo ad allineare i versi e a immaginarmi la struttura del componimento. Ma mi accorgo di un aver adottato un approccio troppo rigido, quasi manicheo: da un lato c'è il fumetto e dall'altro la poesia e io sto cercando di separare i due testi. Ma - e me lo ricorda la bella tavola che ho davanti - poesia e disegno sono lì, proprio sotto i miei occhi, sono fusi insieme, armonici e indissolubili. Allora ritorno a quel passaggio con una disposizione d'animo nuova (ancora una volta) e cerco di vedere non la poesia e il fumetto, ma la poesia nel fumetto: pag. 67 allora diventa un laboratorio per un lettore curioso! Mi metto a cercare il filo che collega movimenti e prossemica alle parole e mi chiedo cosa significhi disegnare una poesia, mettere in moto una sequenza cinematica partendo da versi; mi chiedo anche se il fumetto preceda la poesia o se sia vero invece il contrario. Insomma, una serie di domande segue alle dichiarazioni conclusive del fumettista. Ora, mentre scrivo, posso procedere con un po' di sicurezza grazie alle risposte che mi ha fornito Sualzo per tramite dell'addetta all'ufficio stampa della casa editrice. Ho appreso in questo modo dell'errata indicazione della pagina a fine volume e ho avuto la fortuna di aver chiarite alcune domande, di cui ora cercherò di rendere conto, anche perché nel frattempo sono sorte altre domande, ma che non ho ancora posto all'autore e che riguardano me come lettore. In primo luogo, colpisce l'avverbio nella seguente frase, posta a fine volume: "La poesia di pag. 71 è – ovviamente – di Silvia Vecchini". Una simile dichiarazione comunica due informazioni: la prima, più evidente, é su chi ha scritto la poesia; la seconda, espressa proprio da quell' ovviamente, manifesta invece una frequenza abituale con la poesia di Vecchini (con la quale l'autore è sposato). A questo proposito, Sualzo stesso mi ha fornito informazioni precise sulla collaborazione fra i due. Alla mia domanda sul significato dell'avverbio, ha risposto: "perché nei miei libri spesso compaiono lettere o poesie scritte dai personaggi della storia e sono sempre di Silvia Vecchini. [...]. In più, insieme a Silvia ho fatto, diversi anni fa, un intero progetto di poesie a fumetti per la pagina web della trasmissione radiofonica Caterpillar, raccolto poi nel libro Disegni DiVersi (Round Midnight edizioni).Dunque, un sodalizio artistico notevole e duraturo che esprime l'affiatamento di due artisti e la loro proficua collaborazione, ma anche l'interesse di Sualzo per la poesia, che non è un'eccezione o una novità nella sua produzione ma elemento forte e presente lungo la sua carriera di disegnatore e fumettista. Avendo, su dichiarazione dell'autore, appreso che la poesia precede il fumetto di quasi trent'anni, Sualzo mi ha anche fornito qualche spiegazione sul suo lavoro di sceneggiatura rispetto al testo poetico. Lascio anche stavolta la parola al fumettista: "come facevo ai tempi di "Disegni DiVersi", ho preso la poesia e l'ho considerata una piccola sceneggiatura, spezzando i gruppi di versi nelle varie vignette della tavola. Disegnando poi nella gabbia che si è venuta a creare partendo da questo primo 'decoupage'". Leggendo con attenzione la dichiarazione, possiamo scandire i momenti del lavoro di stesura del fumetto a partire dal testo poetico: la poesia è, in primo luogo, una piccola sceneggiatura, dotata quindi di una sua autonomia narrativa, che Sualzo cala nel grande racconto della sua opera; questa micro-sceneggiatura viene scomposta per gruppi di versi, che diventano indicazioni delle singole vignette; da questi 'ritagli' procede poi al montaggio sulla tavola. Il procedimento dell'autore, rispetto al testo poetico, segue perciò due movimenti: uno di scomposizione e un altro di ricomposizione, quindi a un momento di analisi ne segue un altro di sintesi. Questa operazione è curiosamente affine al lavoro che si richiede ai lettori e alle lettrici dei testi poetici: le singole parole vanno lette alla luce dei termini che le incorniciano, di modo che il semplice significato denotativo riceva nuova vitalità dall'accostamento creativo dei lemmi, motivo per cui la parola assume un nuovo ruolo perché in relazione ad altre parole, quindi nella sua natura relazionale, altrimenti detta connotativa. La ri-creazione della poesia da parte di Sualzo passa per un procedimento di individuazioni di gruppi di versi, ovvero di unità minime dotate di una certa autonomia o efficacia espressiva, poi ricollocate in una struttura maggiore. Il senso della singola vignetta illumina tutta la tavola e la tavola restituisce a ogni vignetta il suo posto nella catena figurativa. In effetti, alla mia domanda sulla possibilità di leggere il componimento nella sua forma originaria, Sualzo ha dichiarato di aver seguìto la struttura del testo poetico originale; dunque, partendo dal suo fumetto, potrei farmi un'idea dell'ordine dei versi. L'attenzione al dato formale non deve essere presa alla leggera: in una poesia è la collocazione nello spazio a dare forma al pensiero poetante, per quella qualità connotativa che caratterizza la vita delle parole. L'interpretazione figurativa, quindi, elabora liberamente il contenuto della poesia, adattandosi al volto e alle abitudini del protagonista, ma rispetta la forma della poesia, mantenendo uno statuto di libera interpretazione e rispetto alla forma del componimento.A questo punto, ancora spinto dal vento della curiosità, ho anche chiesto all'autore se la tavola si debba leggere come un momento lirico sganciato dalla narrazione, cioè come una pausa dal fluire degli eventi, oppure se rientri nel filo narrativo generale. Ancora una volta, credo che non ci sia migliore risposta di quella data da Sualzo: "nelle mie intenzioni è assolutamente organico al racconto [n.d.r. con riferimento alla mia domanda sullo statuto della pagina rispetto alla narrazione generale], mi è tornata in mente questa poesia perché il mio personaggio si era venuto a trovare nella situazione originaria che fece scrivere la poesia".La risposta, che non ha bisogno di ulteriori commenti, apre la via però a un'altra riflessione: l'autore afferma che il suo personaggio si è venuto a trovare nella stessa situazione originaria alla base della scrittura della poesia. Questo significa che la relazione del fumettista rispetto alla poesia non è di subordine, ma di reciprocità. Non solo, perché l'autore parla della situazione originaria, quindi della scintilla che diede avvio alla creazione del testo, perciò delle radici sotterranee dei versi che leggiamo. Questa è un'altra preziosa prova della frequenza e della reciprocità del fumetto di Sualzo con la poetica di Vecchini e, per esteso, con la poesia. Ma ora mi accorgo di aver dedicato molto spazio al fumetto e poco alla poesia. Invertiamo la rotta, torniamo a pag. 67 e proviamo a trascriverne i versi:


Un giorno a tavola mi fece trovare

un fogliettino sotto il bicchiere.

Scriveva poesie solo per me.

Erano belle.

Aveva talento.

Chi sa se lo fa ancora...

Non voglio che accada niente di nuovo

Ma scavare in questo vuoto

Scolare il bicchiere

Guardare il fondo trasparente

Vedere se ancora tu ci sei

Anche in mezzo a niente.


Ho deciso di seguire la scansione delle vignette, trascrivendo i versi così come sono inseriti nelle vignette e ordinando le strofe di modo da rendere evidente l'appartenenza di un gruppo di versi ai diversi momenti della vicenda raffigurata, per cui ogni strofa corrisponde a una vignetta. Ma fermiamoci sulla poesia. Lungi da me voler delineare un profilo critico del testo preso in considerazione. Piuttosto vorrei dedicarmi alla ricostruzione prima e superficiale della poesia, concentrandomi su quello che mostra: in primo luogo, sul piano della forma, i versi liberi sono raggruppati per distici, ovvero per coppie, anche se l'uso dei punti nella seconda strofa ferma ad ogni verso la lettura, come a dare spazio a ogni singolo momento del componimento. Prevale, quindi, un'atmosfera di silenzio. Questa considerazione mi aiuta a tornare con occhi nuovi alla lettura della pagina, ma anche di quella precedente: il silenzio avvolge le 12 vignette che mostrano Voynich, seduto da solo in un bar, osservare la ex moglie prendere la lettera che le ha scritto e imbucato nel portalettere, ma solo per darle un'occhiata, stropicciarla e buttarla in un cesto della spazzatura. Ma se vado a ritroso, il silenzio comincia a conquistare la scena già da pag. 64, quindi da ben tre pagine prima della famosa tavola della poesia. Si comprende, allora, come Sualzo abbia fatto proprio il testo poetico, all'interno del suo lavoro di disegnatore e narratore. Procedendo dal testo poetico al fumetto, il dolore descritto, con la metafora del bicchiere da scolare e di cui osservarne il fondo vuoto, viene messo in scena dall'autore, dato che il protagonista è raffigurato nell'atto di inscenare i gesti della poesia. Trovo curioso che la metafora, strumento retorico spesso usato per rendere tangibili oggetti astratti o per creare analogie fra elementi anche lontani fra loro, diventi qui materia del disegno, quindi effettivamente realtà figurativa: il procedimento retorico diventa visione attraverso il disegno. Se guardare il fondo del bicchiere è un modo per concettualizzare uno stato di pacata e contemplativa disperazione, qui diventa effettivamente scena di un uomo che guarda nel fondo di un bicchiere. In conclusione, la poesia ha un ruolo importante nel fumetto Dove c'è più luce, visto che fornisce non solo i versi che si accompagnano alle vignette di pag. 67, ma anche l'espressione di tacito dolore del protagonista. La presenza della musica di Paolo Conte è un'altra indicazione verso la nostra ricerca: caratteristica della poesia è il suono e la musica è sovente compagna dei testi poetici. Musicalità, attenzione alla versificazione per la struttura di vignette, oltre che (naturalmente) al messaggio della poesia, le quali vengono ordinate con naturalezza nel fluire della vicenda, rendono evidenti le potenzialità della poesia anche nel fumetto e la capacità del disegno di interpretare e raffigurare non solo fatti e situazioni, ma anche metafore. Un ringraziamento va all'addetta ufficio stampa, Simona Gionta, per aver reso possibile contattare Sualzo, alla casa editrice e, naturalmente, all'autore che ha dedicato il suo tempo a rispondere alle mie domande.



Dove c'è più luce, Sualzo, Alma Poesia

Sulazo, Alma Poesia

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