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  • Immagine del redattoreValentina Demuro

"I Fumetti di Alma" (III Appuntamento)

Forma, colore e poesia in Quasirosso


La riflessione che si propone in questo articolo è dedicata due immagini di Quasirosso[1], (nome d’arte di Giovanni Esposito) che, seppur prive del segno verbale, esprimono una poetica forza evocativa. L’autore studia continuamente gli sviluppi della propria tecnica stilistica e rappresentativa, anche attraverso animazioni e progetti ibridi e se ne apprezza sempre l’originalità, l’eleganza e la delicatezza. Particolarmente importante è il legame tra colore e forme, i due elementi che compartecipano al senso, all’atmosfera, al sentimento dell’illustrazione rendendosi non solo strumenti di rappresentazione ma anche di interpretazione. In tal senso, trovo molto significative le seguenti illustrazioni: Poi passa e Home.


Poi passa

Poi passa, Quasirosso, Alma Poesia

La scelta dell’immagine e della palette “fredda” realizza la dimensione intima di una storia. Emergono i sentimenti della malinconia che rievoca il ricordo e del dolore che lo trattiene (o accarezza). Non nel cuore, bensì nel ventre. Questo è il luogo dove si culla, dove si soffre, dove l’amore manifesta e incontra la fisicità delle pulsioni. La figura che custodisce tutto questo si staglia su uno sfondo nero che può essere interpretato come la dimensione del reale che non offre alcun movimento verso il futuro, è priva di slancio. L’unico movimento è quello del ricordo che trascende il tempo e trova il modo di esistere ancora. Qui avviene esattamente quello che dice Isabella Leardini sullo scrivere poesie, facendo proprio l’esempio della malinconia: «dire “malinconia” non basta, dovete essere capaci di farla vedere, metterla nell’aria senza dirla»[2]. Senza utilizzare neanche una parola, l’autore crea immagini che si muovono su più piani, racconta una storia che rovescia i vuoti e vivifica le mancanze. Diceva Sant’Agostino: «non sono assenti ma invisibili».


Home

Home, Quasirosso, Alma Poesia

In questo secondo disegno, il tratto grafico si fa di nuovo segno dal doppio significato, come la poesia, apre una finestra sull’altrove. Riusciamo infatti a sentire dentro di noi non solo la natura rappresentata, il primo piano di lettura, ma anche ciò che intende significare, l’altro livello. Quasirosso riesce a cogliere qualcosa di più di una coppia: noi sentiamo la quiete dei personaggi, la reciproca condivisione di un sentimento, l’abbandono totale nell’abbraccio che diventa un luogo sicuro, una casa. È un’immagine sinestetica e onomatopeica, il colore qui è foglia e vento, il letto sospeso è una delicata metafora della complicità silenziosa dell’amore e della segretezza intima del suo riconoscimento. Quasi dispiace parlare dei motivi per cui questa illustrazione è così bella, per non rompere l’incantesimo del delicato coinvolgimento che crea.

Per dirla con le parole di Scott McCloud[3] sulla potenza del fumetto: «L’autore dei fumetti ci chiede di seguirlo in una silenziosa danza del visto e del non visto. Il visibile e l’invisibile. Questa danza contraddistingue il fumetto. Nessuna forma d’arte dà tanto al pubblico chiedendo altrettanto in cambio. Questo è il motivo per cui credo sia un errore vedere il fumetto come mero ibrido tra le arti grafiche e la prosa. Ciò che accade tra le vignette è una magia che solo il fumetto riesce a creare.» Se già in partenza possono essere considerati un genere a sé, quando il fumetto e l’illustrazione sono composti da elementi comunicativi e suggestioni come quelle indicate in Quasirosso, possiamo leggere in essi, a tutti gli effetti, delle poesie non verbali.

[1]I disegni di Quasirosso (non solo quelli qui riportati) si possono visualizzare sul suo profilo Instagram; Inoltre, l’autore ha pubblicato: Quasirosso per Shockdom (2018), Golconda Jazz Club per Round Robin Editrice (2019), Sei tu per Feltrinelli (2021) , Indaco per Feltrinelli (2022), Ai suoi ritratti per Feltrinelli (2023). [2] Cfr Isabella Leardini, Domare il drago, Mondadori, 2018, pag. 22 [3] Cfr Steve McCloud, Capire fare e reinventare il fumetto, Bao Publishing, 2021, Milano, pg 100.

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