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  • Immagine del redattoreAlessandra Corbetta

Gli inediti di Massimo Maggiore

Ancora prima di immergersi in un'attenta lettura di questi testi inediti di Massimo Maggiore, risulta chiaro come il nodo nevralgico dello scrivere dell'autore sia il tempo, verso il quale si avverte come una necessità di fare ordine, di dare una scansione esatta; a suggerirne questa lettura sono i titoli delle poesie, primo tra tutti Consecutio temporum, che rimanda alle norme che regolano la concordanza dei tempi verbali delle proposizioni subordinate legate alla proposizione principale da un rapporto di contemporaneità, anteriorità o posteriorità; qui, con abilità, Maggiore riesce a porre su uno stesso piano temporale, attraverso il medium della poesia, avvenimenti di per sé inconciliabili poiché appartenenti a epoche di vita differenti e a conferire così una sorta di eternizzazione a ciò che non potrebbe più essere altrimenti. Ma la traccia costante del tempo è individuabile anche dalle date che accompagnano i componimenti e che consentono al lettore di seguire un fil rouge cronologico, sebbene non lineare, di quanto descritto nei versi; così facendo, anche sul piano formale, l'autore insiste sull'opposizione tra l'andamento della vita saputa, quella misurabile attraverso il tempo storicamente, sociologicamente e culturalmente codificato in secondi, minuti e ore, e lo scorrere della vita vissuta, cioè quella legata all'esperienza della nostra esistenza personale.

Ciò che conta, per Maggiore, è lasciare traccia, non con una finalità egotica o narcisista di avere riprova, anche nel "dopo", del proprio esserci stato, bensì per cercare di trattenere in qualche modo con sé gli affetti, le cose più care; e anche se non manca il desiderio di toccare la fine per sospendere l'attesa che tutti ci tocca sopportare, come evidente dall'ultimo dei testi, prevale una volontà di conservazione, fosse anche solo per fare rimanere quell'«incosciente arrampicarsi delle / forme».


CONSECUTIO TEMPORUM


Mi chiederai di versarti dell'acqua

e torna in mente la tua voce

e muovono le tue labbra

dal passato.

 

Mi chiederai se il pane

sia buono.

Ti risponderò di sì

e ti dirò che ne comprerò

ancora, per te

e in quello stesso istante

la promessa del suo sapore

e il morso nella tua bocca

saranno il passato.

 

Novembre 2023


 

[senza titolo]

 

Dai, imprimiamo questo nulla

facciamone una lastra

ai sali d’argento

che nel nulla si intraveda

il nostro passaggio.

Ancora si avverta

il nostro giro intorno al vuoto

presi per mano

dai lembi del tardo pomeriggio

quando comincia a derubricarsi il giorno

a stingersi nel buio

la nostra radiazione di fondo

ché l’impressione

verrà presto sovrascritta

e di noi resterà comunque

l’aria cambiata.

 

17 luglio 2023

 

LUCE

 

Interrotta da me

accado,

tra le sospese

polveri che attraverso

ricomposte esse dietro

l’ombra della schiena,

dietro

code

ridotte a fatti.

 

29 luglio 2022

 

STAGIONE DELLA SEMINA

 

L'incoscienza del seme

che non fa altro che ritornare,

è programmato allo scopo

si insedia ovunque,

senza difese possibili,

anche in un'arca di ruggine

purché ci sia una tréma di terra.

Il suo volere è quello delle correnti

o del ventre di un uccello.

Ti rimarrà nella testa

quell’incosciente arrampicarsi delle

forme

che germinano caos e muovono da un ordine.

 

Aprile 2022

 

PREDIRE IL FUTURO

 

Non è che lo si faccia

perché si vuol sapere,

ma per non bagnarsi se piove

o evitare di sudare

quando col caldo un cappello

sarebbe stato d’aiuto

e invece lo si è lasciato

a casa, lui a godere dell’ombra.

 

Lo si fa poi per essere sorpresi

che se pure la strada sembra

lì tracciata davanti, a perdita d’occhio

si forma centimetro per centimetro,

mentre la si calpesta,

e una volta passato

non ci sei mai nemmeno stato.

 

19 gennaio 2022

 

SUICIDIO TENTATO DELL’INFINITO


Trascrizione di uno sfogo che l’autore

ha raccolto dall’Infinito, dopo l’esperienza di un’interferenza

che gli fece desiderare la finitezza.

L'interferenza era il pensiero dello scrittore

che voleva immaginare l'infinito

e non riuscendovi, provocò una fessurazione

da cui l'infinito si vide nel suo essere informe

poté vedere per un tratto

l'armonia del finito e la desiderò.

 

La sua voce rimbalza nella volta assoluta dell’infinire.

Così si forma nella bocca l’idea dell’esserci stato e del non più essere:

“Associarsi alla consumazione, alla gioia di mutare.

Non so cosa sia l’abbandono, non ho il senso del non ritorno.

Vorrei vivere in un pensiero di provenienza.

Vorrei inciampare su una data e finire”.

 

Dicembre 2022



Massimo Maggiore, Alma Poesia

Massimo vive dal 1990 a Milano, dove si trasferì dal Salento per studiare Giurisprudenza presso l’Università Cattolica. Lavora come avvocato dal 1997. Scrive poesia dall’età di 23 anni circa, ma fino a poco tempo fa lo ha fatto esclusivamente per se stesso, come esercizio di riflessione interiore, spinto dal suo amore per la letteratura e la filosofia. Questo fino a che, nel 2021, non ha frequentato due corsi di poesia alla Scuola Holden (era il regalo del suo cinquantennio), che gli hanno fatto comprendere che una poesia non esiste fino a che non si offra agli altri e non sia detta. Pubblica quindi la sua prima silloge nel 2023 con Porto Seguro, dal titolo “Variazioni (su) conoscenza, amore e tempo”, come summa di testi scritti tra il 2020 e l’inizio del 2022. I temi su cui si incentra tutta la sua riflessione e il suo universo poetico riguardano il tempo, la memoria e – come derivazione dei primi due – l’oscillazione tra il divenire e l’eterno come destini e ambienti possibili dell’essere umano.

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