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  • Immagine del redattoreAlessandra Corbetta

Gli inediti di Alessia Bettin

La poesia di Alessia Bettin, come testimoniano questi inediti, si inscrive contestualmente dentro e fuori la società occidentale contemporanea: la prospettiva indoor è quella di chi la esperisce direttamente e trova nel linguaggio poetico lo strumento atto a dare voce a vizi, difetti e cortocircuiti; quella outdoor consente un confronto con sistemi altri di riferimento, la natura per esempio, o una singolarità umana osservata dal di fuori. In questa prospettiva può essere interpretata la figura di Luisa, emblema e allo stesso tempo iperbole della condizione femminile attuale, alla quale l'apposizione "signorina", con evidente eco gozzaniano, suona fortemente sarcastica e, per questo, assai incisiva. Bettin apre con il suo scrivere una nuova direzione di sguardo e di resa stilistica di ciò che da molti e, soprattutto, molte è già stato detto, rinvigorendo con luce nuova le zone dell' "essere donna oggi" rimaste ancora in ombra.



C’è una strada che porta lontano

parte dalla secca di un lago

si va soli si va osservando

per la via indovinare i genitori dei cani randagi

sbagliare spesso procrastinare

peccare di caos interiore ed esteriore


incontrare terre di frontiera cieli azzurri

canadair incendi dolosi


sentirlo quando il raggio di sole

ti abbaglia su un campo di soffioni

quando gli zigomi sfidano l’oceano


cercare una cresta dove tira vento sfidarla

sui dirupi che non abbiamo osato

per timore del livido

del passo falso


*


Non avere paura di fallire pubblicamente

sfoggiarti architettura inconclusa bordo strada

hotel non finito villetta abbandonata

i serramenti nuovi imbiancata

di sentirti ovunque estranea

come l’acqua che evapora

di dire sto perdendo tutto

mi sgretolo esplodo

resta un buco

con tre alberi attorno


La strada ha un richiamo blu led


Dove vai, Luisa, di sera

rimani a casa a cucinare

i tuoi involtini di stelle

non li supera nessuno


nel tuo cuore crescono talee

e germogli si mescolano al rimpianto

è sbagliato lasciare un lavoro sicuro, Luisa

di martedì

ci sono scorpioni che risalgono

le tubature a notte fonda

soldi che vorresti

per i libri il mascara

l’abbonamento a Netflix


lo so che hai bisogno di tempo

e pieno sole

per scrivere la vita che accade

e non accade

te lo ripetono i rospi

nascosti dietro la porta,

hanno ragione


osservi giardini animali

il loro istinto a cercare

ruspare la terra

senza tregua girovagare

tu sei come loro

ma non c'è stato abbastanza tempo

e coraggio


ogni sera il camino della trattoria fuma

cuoce carne di puledro

la scia si allunga nel cielo nero

la strada ha un richiamo blu led

vorresti andare anche tu lassù

con le anime dei piccoli cavalli

ma il bambino la zona rossa

ti richiamano all’ordine

signorina, dove credi di andare


Luisa, questa strada spianata

te la devi riprendere

le tue articolazioni sollevano i pianeti

tieni il mondo sulle vertebre cervicali


Non più timorosa

butta al ferrovecchio questa montagna di lamiera

pali ruggine cancelli un furgone

le domande che ti aspettano.


Cubature


Luisa, stiri le foglie

col ferro da stiro

baveri e papaveri

fette di limone in cerchi sottili

facciamo finta fosse questo che volevi

fuori dalla finestra un muro di blocchi di cemento

un carrello della spesa


lo sai si possono anche cambiare le cose

un poco alla volta

possiamo rompere il piazzale col piccone

far uscire la terra


non ci importa il cosa conviene

renditi libera di non calcolare

i ricavi le cubature

falle vegetare


sotto le cime dell’alta tensione

i cavi friggono forte, Luisa

come una condanna a morte

ma tu scappa fuori in ciabatte coi calzini

corri sul muschio morbido

fino all’altopiano dove l’aria interna non si depura col dyson

non c’è il mal d’auto


rimettiamo un vecchio pozzo in giardino

con le rose rampicanti di tanti colori

la griglia di protezione per i bambini


chiamiamoci da una parte all’altra della siepe

da montagna a montagna


febbraio promette bene, amica mia

vento secco

zona gialla


ci ricorda:

non vendere la terra.


Alessia Bettin è nata a Padova nel 1982. È laureata in Lettere e in Scienze dello spettacolo e della produzione multimediale. Ha vinto diversi premi letterari, tra cui il premio Esordi 2020 Pordenonelegge, il premio di poesia Coop for Words 2018, il premio speciale del presidente di giuria Bologna in Lettere 2019 per la poesia inedita e il premio Action4Land 2021 Seven Blog.

Ha pubblicato la raccolta di poesie Ci aspettano estati tropicali, presente nell’ebook ESORDI I 2020 (Pordenonelegge, 2020). Nel 2019 ha frequentato la scuola di scrittura Bottega Finzioni. Alcune sue poesie sono apparse su blog e nella rubrica di Repubblica “La Bottega della poesia”. La sua nuova raccolta è in fase di pubblicazione.




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