Gli Esordi di Alma: "Senza il mare, versi della gratitudine" di Dolores Carnemolla
Dolores Carnemolla pubblica la sua prima raccolta poetica dal titolo Senza il mare, versi della gratitudine edita per i tipi di Controluna Edizioni di Poesia (2022). Questa di Carnemolla è un’opera prima corredata da un’introduzione scritta dall’autrice stessa che informa il lettore del sentimento di «pudore» predominante nella condivisione dei testi fino a poco tempo prima chiusi nel cassetto. Ma dal cassetto le poesie di Carnemolla sono uscite e leggendole ho incontrato varie figure da lei amate. Da un lato quelle portanti della vita di ognuno, i genitori, il padre e la madre, dall’altra la sua famiglia, quella che lei stessa ha creato insieme al marito, lo si evince già dalla dedica in apertura. Il nucleo fondamentale della raccolta è la famiglia, appunto, nella quotidianità di felicità e dolore. Nonostante i lutti e le mancanze i versi di Carnemolla portano «i passi della gioia» e della gratitudine per ciò che resta, per il molto che si costruisce anche con le parole: «Non ho che le mie parole / per sentire che qualcosa sono, / anche se non sono nessuno». E il mare?, vi chiederete. Il titolo recita: «senza il mare» che invece è presente, è lo sfondo all’intera raccolta. Mi verrebbe da pensare che “senza il mare” sia un’altra constatazione autobiografica, una delle tante di questo libro, di fatto Carnemolla di origine siciliana attualmente vive a Forlì. Il mare quindi manca ma non può essere perso di vista ed è il punto di vista: «L’orizzonte / è la mia vocazione». Ho trovato in questi versi «un disegno di luce», per usare le parole dell’autrice stessa, alcuni lampi, piccole intuizioni su cui stare e ristare, come l’onda instancabile alla riva. «La vita non sempre riesce» e allora prova a scriverla ancora.

Ho apparecchiato
Qui dove ci incontriamo
sui balconi sono fioriti i gerani
il vento trascina un fischio
la luce è socchiusa
e vi trovo in pace.
Qui dove ci incontriamo
con una vela, per voi,
ho apparecchiato il mare.
Marzo
Sai, quando arriva marzo
e quella vena di malumore
sotto le mimose - non ti piacevano -
dover ricordare gli ultimi giorni
le porte chiuse a raccogliere il buio
ad aspettare quello che alla fine rimane.
Marzo senza primavera
eppure a ogni lutto nascono fiori
lasciati appassire tra la cenere e il cielo.
Ombra
Vi cedo il passo
la scena e lo stupore.
Mi scopro ombra
china sulla vostra luce.
Mi rimangono
scampoli di stelle
da vivere in fretta
qui in disparte.
Ora sono madre.
Unguento
C’è in questo filo di giorno
una lama che scintilla,
il richiamo dell’ora nuova.
Bussi alla porta:
mi inviti a giocare, a fantasticare.
Porti l’unguento per la ferita
e una preghiera di grazie
da cominciare.

Dolores Carnemolla, giornalista e autrice. Nata a Ragusa, in Sicilia, da padre italiano e da madre maltese. Sì è laureata in Lettere Moderne cum laude all’Università di Catania e ha conseguito l’MBA alla Business School dell’Università di Bologna. Oggi vive in Romagna col marito e i figli. Collabora con testate locali e si occupa di cultura e territorio, di storie di donne e imprenditoria femminile. Si interessa di poesia e di letteratura per l’infanzia. Alcune sue poesie sono state pubblicate nella sezione Bottega di Poesia di Repubblica.
Kommentare