Commento a "Bestia di gioia" di Mariangela Gualtieri
Mariangela Gualtieri è poeta, attrice e drammaturga, fondatrice del teatro Valdoca insieme al regista Cesare Ronconi. La sua è anche una poesia scritta per essere messa in scena, nasce anche per il teatro, appunto, è esercizio di oralità. La parola di Gualtieri è evocativa e densa di ritmo, ma Bestia di gioia è tra le poche delle sue raccolte a nascere come poesia tout court, senza altro destino che essere tale. Bestia nel titolo rimanda all’istintività e la gioia, aggettivo quasi dissonante, apre alla possibilità di buono, al buono che sempre Gualtieri riesce a trovare nel mondo. Gioia di abbandonarsi alla libertà, di allontanarsi dal sentiero tracciato, da ciò che crediamo di conoscere.
Se questo è amore, mi dico. Ma sì,
questo è l’amore che conosciamo. Ora.
Amore appiccicato, che incolla
quel poco di ala modesta sulla schiena.
Amore legato. In cui si ripete la solfa
del tu e dell’io. Non siamo capaci
di essere insieme acqua e moto,
sale e onda, unica impresa spettacolare.
Come il mare laggiù, lo vedi?
da Bestia di gioia (Einaudi, 2010)
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