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Immagine del redattoreElena Verzì

Nota di lettura a "Un regno di ciechi senza doni" di Stefano Guglielmin

Nel suo ultimo lavoro intitolato Un regno di ciechi senza doni (Marco Saya Edizioni, 2023), Stefano Guglielmin narra la storia drammatica del noto personaggio Shakespeariano: Amleto. Attraverso la prospettiva poetica, l’autore riesce a rappresentare l’ambiguità dell’uomo con introspezione. L’opera si sviluppa attraverso l’alternanza di riflessioni relative agli episodi della famosa tragedia dell’epoca elisabettiana a delle incursioni personali autobiografiche, i cosiddetti Fuori Testo. Grazie a queste inserzioni, l’autore si manifesta e si nasconde come gli attori nei personaggi, ritrovandosi al «centro della scena». La ricerca dell’essenza della vita, la solitudine, il potere e la famiglia sono i temi principali di questa raccolta poetica-teatrale. La figura femminile vorrebbe essere esplicitata in un ruolo salvifico ma invano: «Soltanto Ofelia potrebbe salvarci, ma lei è assente: / amore è assente, assenti compassione e libertà.» Guglielmin proprio come Amleto di fronte alla propria coscienza e alla propria ragione asserisce che «l’uomo si crea nel vivo dell’azione», ma si insinua il dubbio, la cecità fino all’assurdo. Rilevanti i riferimenti al teatro nel teatro, da Pirandello a Beckett e le differenze tra rappresentazioni teatrali e lungometraggi. L’opera, tra filosofia e tradizione, oltre ad essere un fatto poetico è evidenza rappresentativa, è performance, è riconoscersi; Amleto diventa strumento di insegnamento per lettori e interpreti nel vivere la scena: «Sugli spalti il non sapere il non volere l’impotenza / dei vivi.»



Periodo ipotetico


Se A dà segni di follia, allora

A è folle? Se O vede segni di follia

nei gesti di A, O fraintende? Se P

prova rimorso per il dolore di A,

P crede ad O? Se tutto questo fosse

un trabocchetto di A per ingannare

P ed O, A sarebbe crudele? Sarebbe

ingegnoso? Se A non fosse A,

esisterebbe fuori dal Libro?



Amletica 1


Mettere la testa nel grembo di Ofelia

infilandoci il corpo sino ai piedi, per fare di lei

e di me un unico orizzonte? Oppure trovare la prova

dell’esistenza di Dio, che tiene mio padre

in ostaggio, per i suoi mali e per i miei?

Spedire mio zio all’inferno o cercare

la via del ritorno, la fonte di ogni bene?

Saprà Ofelia dilatare le sue carni?

Saprò acquietarmi in quelle acque?

Sarà gelosa mia madre?


Fuori testo 9


Adolescente, attribuii la solitudine a una mancanza d’amore,

a un pieno metafisico che mi era dovuto e che mi si sottraeva.

Da adulto capii che siamo concavi per costituzione, e

permeabili: il peso ci piega, la tempesta ci sfianca. A tenerci

in piedi non possono che essere la smemoratezza e le

distrazioni dai mali: annusare un fiore, leggere un libro, bere

un bicchiere.



Stefano Guglielmin è nato nel 1961 a Schio (VI). Laureato in filosofia, insegna lettere presso il locale liceo artistico. È membro della Società filosofica Italiana e fa parte dell’associazione culturale “Anterem”. Gestisce il Blog di poesia italiana contemporanea Blanc de ta nuque. Ha pubblicato le sillogi Fascinose estroversioni (Quaderni del gruppo "Fara", 1985), Logoshima (Firenze Libri, 1988), come a beato confine (Book editore, 2003), La distanza immedicata / the immedicate rift (Le Voci della Luna, 2006), C'è bufera dentro la madre (L'Arcolaio, 2010), Le volpi gridano in giardino (CFR Edizioni, 2013), Maybe it’s raining. Poems 1985-2014 (Chelsea Editions, 2014), Ciao cari (La Vita Felice, 2016) e i saggi Scritti nomadi. Spaesamento ed erranza nella letteratura del Novecento (Anterem, 2001), Senza riparo. Poesia e finitezza (La Vita Felice, 2009), Uno sguardo (dalla rete) sulla poesia italiana contemporanea voll. 1 e 2 (Le Voci della Luna, 2011, Dot.com Press 2016), Le vie del ritorno. Letteratura, pensiero, caducità (Moretti&Vitali, 2014) e La lingua visitata dalla neve. Scrivere poesia oggi (Aracne editrice, 2019). È inserito in alcune antologie, fra le quali Il presente della poesia italiana, a cura di C. Dentali e S. Salvi (LietoColle, 2006), Dall'Adige all'Isonzo. Poeti a Nord-Est, a cura di A. Ramberti (Fara, 2008), Caminos del agua. Antologia de poetas italianos del segundo Novecientos, a cura di E. Reginato (Monte Avila, 2008), Dizionario critico della poesia italiana 1945-2020, a cura di M. Fresa (Società Editrice Fiorentina, 2021). Suoi saggi e poesie sono usciti su numerose riviste italiane ed estere e su siti web. È stato tradotto in inglese, spagnolo e bulgaro. Ha pubblicato anche racconti; l’ultimo in AA.VV., L’occhio di vetro. Racconti del Realismo terminale, a cura di D. M. Pegorari (Mursia 2020).

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