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Immagine del redattoreBarbara Herzog

I Ponti di Alma: Mairym Cruz Bernal

Los estatutos de la mujer [Gli statuti della donna | Los estatutos de la mujer, Mairym Cruz Bernal (ed. Efímera y UNAH, Festival de Los Confines, Honduras, 2023)] è una preziosa raccolta assaggio di Mairym Cruz Bernal, poetessa nel mezzo della sua vita creativa; prolifica e feconda.

La sua è una scrittura carnale, profondamente radicata nella corporeità degli incontri umani come delle percezioni che le permettono di riflettere sul vissuto, sulle letture di libri e persone - sulla stessa sete di conoscenza e libertà.

“… confondo il desiderio tra le mi cosce con la fame / di essere viva / e ho paura di quelle morti / Noi poeti abbiamo troppe fami cacciate / indentro / la tua fame e la mia / la fame di aria e di Dio…”

Si tuffa in ricordi come sensazioni, in conversazioni che sempre rimarranno aperte, condividendone l’essenza.

Mescola una ricca vita goduta e sofferta con l’anima a versi che fluiscono e si alzano a piena galoppata.

“…sono ora / la madre che dà il suo seno all’affamato / quest’altra passione di dare pezzi della mia pelle al mondo.”

“Voglio decretare l’assoluto rispetto per quel giardino dell’infanzia che non ho mai avuto. / … / Voglio decretare che dopo Alejandra Pizarnik, tutte le gabbie saranno uccelli. / … / Voglio decretare che il Paradiso sta nel punto culminante dell’orgasmo e che è conferito a tutte le donne il potere multi orgasmico che un giorno cambierà l’ordine dell’universo.”


Mairym Cruz Bernal, Copertina, Alma Poesia


Un poema perdido


Me hace falta un hombre

lo digo, ya está, mucho me lo he negado

he visto en las palabras la caricia suprema

v he mentido como todo poeta que miente

he caminado la serpiente del tiempo

me he convertido en tantas caras ninguna

las esquinas son lugares seguros a luz tenue

más que participar del escenario

aprendí ciertos escondites

fue pereza, desgano

lo mismo que me pasa cuando no quiero salir

e invento eternos días de lluvia

este mismo poema no era por aquí que iba

pero dejé tantos días pasar

y el poema se escurre rencoroso entre los dedos

parte a algún lugar inmanente

lo perdemos los poetas perezosos

de movimientos tardíos

así el animalucho trepado a los árboles

con enormes garras lentísimas

entonces quedo metida en las cavernas

en la solidez de una montaña verde mentira

oliendo el aroma sobrecogedor de esa pequeña flor

dama de noche

o iniciándola al mundo

nada se puede hacer cuando se pierde un poema

no hay ejercicios ni memorias privilegiadas

se nos perdió, ya está

y así se fue corriendo la estación niña

aquellas despedidas de mejillas tibias cuando

todo era madre

cuando todo era ella

joven como una vez fui

coleccioné país por país hombres distintos

ya desaparecidos

lo digo con tristeza, por mí, por nadie más

envidio a esas mujeres que año tras año aman

al mismo hombre

se acuestan tibias contra una espalda y duermen

toda la noche

qué importa quienes son

cualquiera puede ser un hombre a quien amar

es nominal, la cosa es inventarlo

porque todo amor es una libertad

que si no te das cuenta

se va, así no más

como el poema olvidado

En fin, lo dicho al pecho

lo voy a repetir

me hace falta un hombre

y esto lo digo con tristeza

mientras coloco en mi cuello un collar de perlas

y me desnudo

no para nadie

solo por mí


Una poesia persa


Mi manca un uomo

lo dico, tutto qua, me lo sono negato molto

ho visto nelle parole la carezza suprema

e ho mentito come ogni poeta che mente

ho percorso il serpente del tempo

mi sono trasformata in tanti volti nessuno

gli angoli sono luoghi sicuri a luce tenue

più che essere partecipe alla scena

ho conosciuto certi nascondigli

era pigrizia, apatia

la stessa cosa che mi succede quando non voglio uscire

e invento eterni giorni di pioggia

questa stessa poesia non stava andando per di qua

ma ho lasciato passare tanti giorni

e la poesia rancorosa scivola via tra le dita

parte per un luogo immanente

noi poeti pigri la perdiamo

in movimenti tardivi

come l’animaletto arrampicato sugli alberi

con enormi artigli lentissimi

quindi rimango infilata nelle caverne

nella solidità di una montagna verde menzogna

annusando il sorprendente profumo di questo piccolo fiore

signora della notte

o iniziandolo al mondo

non si può far nulla quando si perde una poesia

non ci sono esercizi né ricordi privilegiati

l’abbiamo persa, tutto qua

e così se n’è scappata via la stagione bambina

quegli addii da guance tiepide quando

tutto era madre

quando tutto era lei

giovane com’ero una volta

collezionavo paese dopo paese uomini diversi

ormai scomparsi

lo dico con tristezza, per me, per nessun’altro

invidio quelle donne che anno dopo anno amano

lo stesso uomo

si coricano tiepide contro una schiena e dormono

tutta la notte

che importa chi sono

chiunque può essere un uomo da amare

è nominale, la questione è inventarlo

perché ogni amore è una libertà

che se non te ne rendi conto

se ne va, così

come la poesia dimenticata

Ad ogni modo, il detto al petto

lo ripeto

mi manca un uomo

e questo lo dico con tristezza

mentre mi metto al collo una collana di perle

e mi denudo

per nessuno

solo per me


Los habitantes del agua


Renuncio a ver el cielo y su azul de mentira

por ver sus ojos celestes de niña enamorada

Renuncio a mi ojo derecho y su retina inmiscuida

a mi ojo izquierdo, intolerante e incisivo

Renuncio a todas las bocas

por las manos del amante

Renuncio al edredón de Alfonsina

pero no a los habitantes del agua que la arrullan

Renuncio a ese hombre que amé

por oler la tierra fértil donde lo enterraron

Renuncio a las riquezas que una vez tuve

por la soledad de estas paredes en esta noche buena

Renuncio a las escaleras y a los ascensores

por los pies descalzos en la hierba recién cortada

Renuncio a la copa que embriaga

pero no al jugo de la vid

Renuncio a amar a todos los hombres

por ese solitario ser que no sabe que existo

Renuncio a largas conferencias y recitales

por instantes donde soy posesa

de la locura que se escribe

Renuncio a los ríos

por esta laguna tan cansada

Renuncio a la desnudez

por la seda color lava de Eros

Renuncio a perpetuar el odio hacia la mujer

de mi padre

por que regrese mi madre muerta en un primero

de enero

Renuncio Renuncio Renuncio

Yo suelto la espada

Renuncio a cerrar las puertas y las ventanas

para que los gritos de sexo hagan llover el desierto

Renuncio al aro de matrimonio

por el anillo de oro perdido bajo el mar

Renuncio a la paz de los sepulcros

por ser una vampiresa y vivir 500 años

Renuncio a cortar una rosa

por un ejército de rosas vivas

Renuncio a mis ojeras de viuda sonámbula

por mis labios pintados de tinta violeta

Renuncio al azúcar

por la ebriedad de la amapola

Renuncio a la risa de los cuerdos

por la última carcajada de los locos

Renuncio a la luz de los creyentes

por borrar el hambre en las calles del mundo

Renuncio a lo completo, a lo perfecto

por mi pie derecho más grande que su gemelo

Renuncio a todos los aviones

por los trasatlánticos que surcan los mares

y no llegan

Renuncio al hombre de pelo largo

pero jamás a la silla

Renuncio a la serpiente enredada al árbol

de la vida

pero no al paraíso entre mis piernas

Renuncio a ser feliz mañana

por volverle a tener recién nacido en mi pecho

Renuncio al lenguaje

por el secreto de saber su nombre

Renuncio al silencio de la noche

por los ruidos que alguien hace muy de cerca

Renuncio al café de todas mis mañanas

por el jugo exquisito de tu lengua en mi boca

pero ya he renunciado a todas las bocas

Renuncio a las estrellas

por aquella solita que no se cae

Renuncio a romperte el corazón

por una mentira dicha con la verdad

Renuncio a terminar este poema


Gli abitanti dell’acqua


Rinuncio a vedere il cielo e il suo blu da menzogna

per vedere i suoi occhi celesti da ragazza innamorata

Rinuncio al mio occhio destro e la sua retina impicciona

al mio occhio sinistro, intollerante e incisivo

Rinuncio a tutte le bocche

per le mani dell’amante

Rinuncio alla coperta di Alfonsina

ma non agli abitanti dell’acqua che la cullano

Rinuncio a quell’uomo che ho amato

per annusare la terra fertile dove l’hanno sepolto

Rinuncio alle ricchezze che una volta avevo

per la solitudine di queste pareti in questa notte buona

Rinuncio alle scale e agli ascensori

per i piedi scalzi nell’erba appena tagliata

Rinuncio al bicchiere che ubriaca

ma non al succo della vita

Rinuncio ad amare tutti gli uomini

per questo solitario essere che non sa che esisto

Rinuncio a lunghe conferenze e presentazioni

per gli attimi in cui sono posseduta

dalla pazzia che si scrive

Rinuncio ai fiumi

per questa laguna tanto stanca

Rinuncio alla nudità

per la seta color lava di Eros

Rinuncio a tramandare l’odio contro la donna

di mio padre

perché ritorni mia madre morta in un primo

di gennaio

Rinuncio Rinuncio Rinuncio

Io sfodero la spada

Rinuncio a chiudere le porte e le finestre

perché gli urli di sesso facciano piovere nel deserto

Rinuncio alla fede nuziale

per l’anello d’oro disperso in fondo al mare

Rinuncio alla pace dei sepolcri

per essere una vampira e vivere 500 anni

Rinuncio a tagliare una rosa

per un esercito di rose vive

Rinuncio alle mie occhiaie da vedova sonnambula

per le mie labbra dipinte di color lillà

Rinuncio allo zucchero

per l’ebbrezza del papavero

Rinuncio alla risatina dei sani di mente

per l’ultima risata dei matti

Rinuncio alla luce dei credenti

per cancellare la fame nelle strade del mondo

Rinuncio al completo, al perfetto

per il mio piede destro più grande del suo gemello

Rinuncio a tutti gli aerei

per i transatlantici che solcano i mari

e non arrivano

Rinuncio all’uomo dai cappelli lunghi

giammai alla sedia

Rinuncio al serpente attorcigliato all’albero

della vita

ma non al paradiso tra le mie gambe

Rinuncio ad essere felice domani

per tornare a tenere un neonato sul mio petto

Rinuncio al linguaggio

Per il segreto di conoscere il suo nome

Rinuncio al silenzio della notte

per i rumori che qualcuno fa molto vicino

Rinuncio al caffè di tutte le mie mattine

per il succo squisito della tua lingua nella mia bocca

ma ormai ho rinunciato a tutte le bocche

Rinuncio alle stelle

per quella solitaria che non cade

Rinuncio a infrangerti il cuore

per una bugia detta con la verità

Rinuncio a finire questa poesia


Parra


Puse el libro de Parra encima de mi estómago

A ver si podía digerirlo

Si fuera otra época y me lo hubiera encontrado

de frente

A Parra de frente con mi frente

No hubiera visto a un poeta si no a un antipoeta

Quiero decir

A un hombre

Me hubiera encontrado con un hombre de frente

con mi frente

Y todas estas palabras hubieran estado demás

Allá los poetas con su poesía

Un hombre y una mujer (pienso)

Solo necesitan encontrarse de frente

Porque dos frentes unidos

Pueden combatir al mundo y vencer

Y qué es el mundo

Una pelota redonda que el antipoeta patea

Y revienta


Parra


Ho messo il libro di Parra sul mio stomaco

Per vedere se poteva digerirlo

Se fosse un’altra epoca e me lo trovassi

di fronte

Parra con me fronte a fronte

Non avrei visto un poeta ma un antipoeta

Voglio dire

Un uomo

Mi sarei trovata un uomo di fronte

alla mia fronte

E tutte queste parole sarebbero state di troppo

Ecco i poeti con le loro poesie

Un uomo e una donna (penso)

Hanno solo bisogno di trovarsi di fronte

Perché due fronti unite

Possono combattere il mondo e vincere

E cosa è il mondo

Una palla rotonda che l’antipoeta calcia

E fa scoppiare



Mairym Cruz Bernal, Alma Poesia
Mairym Cruz Bernal

MCB (Puerto Rico,1963) poetessa, editrice, traduttrice, opinionista e saggista.




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