MARTINA TOPPI è nata a Como il 5 febbraio 1998.
Si laurea in Lettere con curriculum antichistico nel 2020, all’Università degli Studi di Milano ed è ora laureanda in Filologia, letterature e storia dell’antichità nella stessa università. Nel 2022 trascorre un periodo di studio e di ricerca alla University of Oxford.Nel 2014 ottiene il secondo posto della categoria giovani del concorso letterario Il racconto da leggere a Natale; nel 2015 vince il premio al racconto più originale per Arte di Parole, con annessa pubblicazione nella raccolta Vergogna: 15 storie under 20 (Mauro Pagliai Editore, 2015) a cura di Gianni Conti con prefazione di Francesco Recami; nel 2017 arriva il primo premio della sezione poesia del concorso letterario Il poeta sognatore Simone e nel 2018 una triade di suoi componimenti viene selezionata tra i semifinalisti del concorso internazionale Europa in Versi. Fin dagli anni del liceo collabora con diverse realtà online come blogger (Menti Sommerse, Ecoinformazioni e La Casa della Poesia di Como). Tra 2019 e 2021 ha collaborato come speaker con Ciao Como, occupandosi di una rubrica radiofonica poi diventata podcast dedicata a diffondere la passione dei giovani nel mondo per la poesia. Nel 2021 ha fondato insieme a un gruppo di amici il progetto di podcasting Cavatappi Podcast, pensato per creare uno spazio di dialogo e confronto tra diverse generazioni e finanziato per due anni consecutivi da Fondazione Comasca e Fondazione Cariplo. Dal 2020 collabora come giornalista freelance per il quotidiano La Provincia di Como, occupandosi di cronaca cittadina, cultura e realtà del terzo settore.
Dal 2022 è praticante giornalista per La Provincia di Como, dove si occupa di progetti giornalistici digitali.
Dice della Poesia: «La poesia ha tanti modi e tanti volti per rivelarsi a ciascuno di noi, per me credo sia sempre stata il tentativo disperato di una persona logorroica, che parla sempre senza sosta ma con l’impressione di non riuscire mai a farsi capire appieno. Se c’è una risposta alle mie domande, credo che sia negli spazi vuoti tra me e gli altri e a volte persino tra me e me. E la poesia non è altro che quella matrice invisibile che colma il vuoto visibile, dandogli un senso, un suono, una forma. Comunicare, ecco. Solo e sempre comunicare.»