Alessandra Corbetta
27 feb 20232 min
Con un tono ironico e consapevole, Antonio Laneve in questi inediti riflette sulla condizione attuale dell'uomo, in quanto essere appartenente alla specie umana e dunque inserendolo in un discorso storico-evoluzionistico, in cui a essere messi alla berlina sono però i suoi comportamenti quotidiani, le sue abitudini viziose e viziate. Attraverso uno stile piano, fatto di termini mutuati dal linguaggio comune, Laneve ci invita a riflettere sulle derive già in corso, facendoci notare come ciò che tendiamo a vedere negli altri è, il più delle volte, quello di cui siamo vittime o carnefici noi stessi e che, forse, proprio partendo da questa visione di comune appartenenza, sia possibile provare a ricostruire un noi solidale e virtuoso.
ALLA FINE DEL LAGO
Quel che vedo non è
un paesaggio d'immagini
catalogate dai turisti
in fuga da noie e tormenti,
quel che vedo è fauna
in libertà provvisoria
alla ricerca di cerimonie
da raccontare ai colleghi
ben prima della mezzanotte,
mentre il lago non sa
dove appoggiare le onde
se tutti ammirano il motoscafo
e nessuno ascolta
la carezza del maestrale...
PRODOTTI SCADUTI
Ammiro l'incessante viavai
della mia specie, un continuo
cercare scaffali assolati
dove poter vendersi meglio
celando la data di scadenza.
Quest'angolo di normalità
apparecchiato come si deve
consuma fino ai sogni
le aspettative di una vita.
Io
so già dove attendere.
BIOSFERA DELLA NAUSEA
Metto distanza da discorsi
a prova di cocktail, metto
la tessera dei mezzi pubblici
nella tasca principale,
in preallarme sociale,
metto modalità silenziosa
osservando ore di caos
e nel frattempo mi nascondo
dietro una bella figura
come se fosse un segreto
insofferenza alla biosfera.
Metto via un'altra nausea
senza voltarmi indietro.
ITALIA VENTRALE
Succede di tutto, dai bagni
ai saloni delle feste, ai comizi
portatori sani di buffet
lì dove si comprano mandrie
di gastriti urlanti e lavande
per profumare avanzi.
Attendiamo in cabina responsi
a suon di rutti ufficiali
con la matita che scivola
dalle falangi ancora unte...
EGO, NON TI ASSOLVO!
Ma anche io ho le mie
ingenuità, ho promosso
continue rappresentazioni
facendo da comparsa
nel teatro dei migliori,
ho a lungo immaginato
vittorie contro monumenti
alla normalità, ho segnato
mete in uno stadio fantasma
e perfino violentato
universi dozzinali
spargendo seme impoverito
da silenziosi fallimenti...
E adesso sembra una scusa
questo puntare l'arma
verso lo specchio deformante
di tutti gli incubi
che ho lasciato vincere.
Antonio Laneve (Cantù, 1965) vive a Milano ed è operaio in un'industria alimentare. Ha pubblicato la raccolta di poesie scritte con Barbara Rabita, Convergenze (Libeccio edizioni - CTL), Calembourgh- (Libeccio edizioni - CTL) e Lezione frontale (La Vita Felice). Alcune sue poesie sono state pubblicate su diverse riviste e antologie.