«Agosto è il più freddo dei mesi»: recensione a “Corpo contro” di Daniela Pericone
Niva Lorenzini, nel saggio Corpo e poesia nel Novecento italiano (Mondadori, 2009), evidenzia come la dimensione corporea, soprattutto a partire dal Novecento, occupi una posizione di primaria rilevanza nella scrittura poetica, sia in qualità di oggetto ovvero come tematica prescelta dall’autore sia in quanto soggetto e cioè elemento costruttore di nuove modalità linguistiche.
Negli ultimi decenni, la spinta invasiva e pervasiva della rivoluzione digitale ha sancito con prepotenza la primarietà del corpo, all’interno di un paradosso non indifferente e ponendo le basi su una fallacia logica; da una parte, infatti, la società capitalista occidentale è, a tutti gli effetti, corpocentrica, sebbene il corpo osannato sia soltanto quello giovane, illusoriamente perfetto, pregno di erotismo e considerato solo nelle sue fattezze esteriori ed estetiche e che, però, è di fatto completamente assente dentro lo spazio della Rete; dall’altra esso finisce per inglobare la persona nella sua interezza, dando vita all’assioma errato persona = corpo.
Partendo da queste considerazioni verrebbe allora da pensare che un’opera poetica dal titolo Corpo contro, quale quella di Daniela Pericone uscita per Passigli proprio quest’anno, abbia come fulcro la condanna di una corporeità così percepita e, attraverso l’uso sapiente del verso, ne metta in luce limiti e possibili conseguenze.
Pericone, invece, mediante un dettato calibrato e consapevole e una terminologia che resta compatta e coerente in tutte le sezioni che costituiscono l’opera (Una gioia inutile; A grandi falcate; A guardia della notte; Una forza impareggiabile; Il turbamento) fa qualcosa di più: ricrea l’atmosfera di vuotaggine e di perdita di senso e di significato propria del nostro tempo e, attribuendo lo scettro del potere al buio e al nulla, illumina la gravosa condizione di una società che ripiega sull’apparenza il proprio finto stato di benessere. C’è quindi, in Pericone, il rifiuto di qualsiasi possibilità di illusione, come sottolinea anche Gianfranco Lauretano nella prefazione, ma, allo stesso tempo, la predilezione per un dinamismo reattivo al posto di una staticità non generativa.
In effetti, sebbene ostinarsi a spargere semi in aria sia da considerarsi «una gioia inutile» e ogni cosa tenda per sua natura alla propria stessa fine, termine che non a caso ricorre più volte nella raccolta, a prevalere non è una paralisi nichilista quanto piuttosto un movimento cognitivo ed esperienziale dato dal dubbio, segno di un’attività pensante di cui si avverte, con urgenza, una profonda necessità.
Pericone, dunque, passando tra filosofia, arte e contemplazione attiva della natura, ci rammenta che l’unico modo per fronteggiare il nerissimo, dove l’imprevedibile è sempre in agguato, sia quello di prendere coscienza del declino ed evitarne il disastroso compimento.
Gli occhi fissi su un punto
troppo vasto, le ossa ripiegate
l'una sull'altra - da queste stanze
di cellule e alveoli, nelle ore separate
dal mondo, non un segno propizio.
Ti ostini a spargere semi in aria
come una gioia inutile.
*
La casa sull'albero
getta un'ombra
lontana sulla terra -
un riparo di foglie
e la pioggia sulle ciglia -
nel poco avere dimora.
*
La corda allentata
dell'arco non è una rinuncia -
a mani nude la lotta
se nel fondo nerissimo
l'imprevedibile è in agguato.
Daniela Pericone è nata a Reggio Calabria nel 1961 e vive a Torino. Le sue precedenti pubblicazioni in ambito poetico, che hanno ottenuto diversi e importanti riconoscimenti, sono: Passo di giaguaro (2000), Aria di ventura (2005, prefazione di Giusi Verbaro), Il caso e la ragione (2010), L’inciampo (2015, prefazione di Elio Grasso), Distratte le mani (2017, postfazione di Antonio Devicienti) e La dimora insonne (2020, postfazione di Alessandro Quattrone e nota di Giancarlo Pontiggia). Sue poesie sono tradotte in diverse lingue; del 2023 è la plaquette bilingue Lumina scrisa/Luce scritta, con traduzione in romeno di Eliza Macadan (Bucarest, Cosmopoli). Scrive testi di critica letteraria ed è redattrice di riviste e siti dedicati alla poesia.
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